Cronaca locale

Le note della Passione accendono il Duomo

Stasera l'Orchestra Verdi diretta da Ruben Jais esegue Bach nella più celebre composizione sacra

Piera Anna FraniniL'esecuzione di una Passione di Johann Sebastian Bach è uno dei progetti perorati e realizzati da Riccardo Chailly ora al timone del teatro alla Scala, ma per sei anni alla guida dell'Orchestra Verdi. Il solco bachiano è stato tracciato. La Verdi continua a proporre annualmente, come vuole la tradizione nordeuropea, le Passioni di Bach durante la fase pasquale. Stasera, in Duomo (20.30), in collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo, e venerdì nell'Auditorium di Largo Mahler (ore 19) verrà eseguita la Passione secondo Giovanni. Intervengono il complesso nato in seno all'orchestra sinfonica Verdi, ovvero L'Ensemble laBarocca e il gemello Ensemble vocale, diretti rispettivamente da Ruben Jais e Gianluca Capuano. Solisti, Patrick Grahl, (tenore, Evangelista), Céline Scheen, soprano, Giovanni Antonini, controtenore, Anicio Zorzi Giustiniani, tenore, Renato Dolcini, baritono, Daniele Caputo (baritono, Jesus), Marco Calabrese (baritono, Petrus Pilatus), Joanna Klisowska, Ancilla; Massimo Mamo Lombardi, Servus.Il concerto di stasera chiude l'edizione 2016 dei Dialoghi di Quaresima: 11 eventi a ingresso libero, organizzati da 7 istituzioni culturali milanesi, coordinate da Fondazione Culturale Ambrosianeum. L'idea iniziale di Chailly, all'epoca attivo nella nordica Amsterdam, era quella di proporre annualmente, durante il periodo pasquale, le due uniche Passioni di Bach pervenute integralmente, quindi la Passione secondo Matteo e secondo Giovanni. Un progetto da realizzarsi alla testa del Coro e Orchestra Sinfonica Verdi. Poi Chailly migrò altrove, a Lipsia, ma il solco bachiano è stato tracciato definitivamente. Della Passione secondo Giovanni, primo contributo pasquale di Bach a Lipsia, colpisce l'asciutta compattezza.Un dramma che si sviluppa in uno spazio assai più ristretto rispetto a quello riservato alla Passione secondo Matteo: qui non c'è tempo per riflettere. La combinazione di passi biblici, corali e arie è stringente. Fece dunque clamore al suo apparire, nel 1724, in una città dove era vivo il filone delle Passions-musiken, ormai nelle attese dei lipsiensi. La Passione era poi soggetta a una serie di rielaborazioni.

Ma a un anno dalla morte, nel 1749, Bach ritornò alla versione originaria, in genere la versione più accreditata.

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