Cronaca locale

Nuovo esposto in arrivo sulla moschea in garage Fdi: "Sala non fa niente"

La sentenza della Cassazione sembra inutile E i residenti sono pronti ad altre iniziative

Nuovo esposto in arrivo sulla moschea in garage Fdi: "Sala non fa niente"

Niente è cambiato. Nonostante la sentenza pronunciata a settembre in Cassazione, in via Cavalcanti si continua a pregare nel seminterrato di un magazzino. Se ne lamentano i residenti, pronti a presentare un nuovo esposto, e lo confermano i dirigenti di Fratelli d'Italia, che individuano nel Comune il problema: «Per la moschea di via Cavalcanti il sindaco ha lasciato soli i cittadini» dice uno dei coordinatori comunali di Fdi, Riccardo Truppo.

Che i Comuni siano tenuti a intervenire lo ha attestato a più riprese anche l'assessore regionale all'Urbanistica, Pietro Foroni. L'ultima volta lo ha fatto a due mesi fa, con una lettera indirizzata a tutti i Comuni, per precisare che l'omesso controllo sugli illeciti edilizi può «configurare una specifica responsabilità, anche penale». Ed era intervenuto, Foroni, anche immediatamente dopo la sentenza della Cassazione proprio su via Cavalcanti, precisando che la presenza di un luogo di culto in un immobile che non ha destinazione d'uso coerente costituisce «non solo un'illiceità dal punto di vista amministrativo, ma anche un abuso edilizio e quindi una fattispecie penale».

Quella sentenza configura un precedente fondamentale. Il verdetto della Suprema Corte sembrava aver messo la parola fine a decine di denunce, raccolte di firme, ed esposti già depositati. Eppure tutto sembra procedere come se niente fosse. Truppo, che è presidente della commissione sicurezza del municipio 2, si definisce «attonito». «Dopo che la Cassazione aveva chiarito con questa importante sentenza che non si potesse svolgere attività di culto senza una regolare e apposita autorizzazione, senza che a nulla valesse la titolarità del possesso e o detenzione dell'immobile - dice - ci si aspettava che il sindaco Sala si battesse per ripristinare velocemente la legalità. Ma così non è stato. Le risposte lente dell'amministrazione hanno lasciato di fatto i cittadini soli e senza giustizia. Così si continua a tollerare queste realtà abusive che insieme alle tante altre moschee abusive della zona, oltre che alle periodiche occupazioni dei centri sociali, danno il segno del tipo di Milano che questo sindaco vuole». Il coordinatore di Fdi vede «la strada di un'ipotesi penale di chi per omissione d'atti non ha fatto quanto avrebbe dovuto». «La cosa assurda - prosegue - è che il sindaco in Zona colpisce altre realtà, come le bocciofile, in particolare quella della Martesana, una realtà importante attiva da quasi 50 anni (con oltre mille soci e tante attività sociali in corso) bersaglio di procedure sanzionatorie volte a scoprire minime irregolarità (se una bevanda sia venduta ad un socio iscritto o ad un ospite accompagnatore ad esempio), che la stanno mettendo in ginocchio.

A quanto pare nessuno riesce a capire quali siano le priorità della nostra città».

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