Cronaca locale

«Olimpiadi? Siano di Milano» No del governo: insostenibile

Il sindaco detta a Roma condizioni sulla candidatura: «Il nome della città più conosciuta deve essere il primo»

Alberto Giannoni

Devono essere le Olimpiadi Milano. Mentre arriva al dunque la decisione sulla candidatura italiana, Palazzo Marino detta le due condizioni al governo sulle Olimpiadi invernali del 2026. Lo fa con una lettera indirizzata dal sindaco Beppe Sala a Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio che sta lavorando a una candidatura condivisa fra Milano, Torino e Cortina.

La lettera di Sala apre un confronto che ha il sapore del braccio di ferro col governo, tanto che il sottosegretario Simone Valenti ha definito senza mezzi termini «una pretesa insostenibile» la sua posizione. Nella lunga missiva, il sindaco fa presente che è «necessario fare prestissimo». E cita due «convinzioni» dirimenti. La prima riguarda la responsabilità dell'evento e la scelta di portare avanti una candidatura congiunta. E, evocando gli equilibri interni all'esecutivo, avverte: se facciamo come dite voi, la responsabilità sarà tutta vostra. «Milano - precisa - ritiene di avere le capacità organizzative, come dimostrato da Expo 2015, per gestire direttamente e pienamente il progetto olimpico. Ma ritiene altresì che un'organizzazione troppo complessa sia destinata all'empasse. Per cui, se il Governo farà una scelta politica che parte dalla necessità di non creare tensioni al proprio interno, poi dovrà essere il Governo stesso a prendersi in toto la responsabilità amministrativa dell'evento». Responsabilità che, come l'esperienza che personalmente ho vissuto con Expo 2015 può testimoniare, non è immune da rischi».

Poi, ecco il secondo punto, quello più legato all'immagine dei Giochi. La «seconda questione» come la chiama Sala: «Sono convintissimo che i grandi eventi abbiano come obiettivo fondamentale il rafforzamento del brand cittadino. A tre anni di distanza Milano sta ancora grandemente beneficiando del traino di Expo». «Forse per altri miei colleghi sindaci questo non è il punto centrale - prosegue - ma per me lo è. Per cui ritengo che il brand debba riportare solo i nomi delle città e che quello della città più conosciuta a livello internazionale, cioè Milano, debba essere il più visibile o, perlomeno, il primo». «Spero che queste richieste possano essere accolte è l'auspicio di Sala - E spero anche mi si riconosca che non ho mai cambiato versione e che il contenuto di questa nota è esattamente ciò che sto affermando da quando ho saputo dell'impossibilità di una candidatura solo milanese, sulla quale abbiamo lavorato con il Coni per più di un anno».

Il governo la prende male, a giudicare dalle parole di Valente, che è anche responsabile dello Sport per il Movimento 5 Stelle. Il sottosegretario che definisce le parole di Sala «ancora una volta non allineate con quanto emerso nel recente incontro a Palazzo Chigi».

«Sala - chiude - formalizza di fatto una pretesa insostenibile per tutti coloro che fino ad oggi avevano lavorato con grande impegno a un progetto unitario».

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