Cronaca locale

Parkour, boom a Milano: "Non cerchiamo il rischio alleniamo corpo e mente"

La disciplina nata in Francia ha migliaia di praticanti in città. Molti sono bambini

Parkour, boom a Milano: "Non cerchiamo il rischio alleniamo corpo e mente"

Regole precise, preparazione fisica e psicologica, disciplina: quelli del parkour non sono gli spericolati ed esibizionisti che molti credono. Non sono ragazzi che saltano da un grattacielo all'altro, rischiando la vita a favore di telefonino. E le associazioni che riuniscono gli appassionati di questa attività passano il tempo a combattere i luoghi comuni. «La nostra disciplina non ha nulla a che vedere con la ricerca del pericolo. Piuttosto è uno dei migliori modi di allenare il corpo e la mente», spiega Davide Polli, traceur (così si chiamano i praticanti) da oltre 15 anni, ex istruttore e presidente dell'Associazione sportiva dilettantistica parkour Milano. Nata nel 2008, è la maggiore realtà italiana di questo tipo e ha più di mille iscritti.

Il parkour sbarca a Milano nel 2006, quando nasce il team Milan Monkeys («monkey» è il nome di uno dei volteggi di base, in cui il traceur appoggia una mano sull'ostacolo e lo supera con un salto). Allora era poco conosciuto in Italia: «Cercavamo di imparare dai video sul web, strumento di diffusione fondamentale per noi - dice Polli -, abbiamo studiato la storia delle disciplina e incontrato i fondatori». In Francia si praticava dagli anni Novanta, il nome viene coniato da David Belle, figlio di un pompiere addestrato con il «Metodo naturale», un'attività motoria inventata nei primi del Novecento da Georges Hébert per formare i soldati. «Si tratta - aggiunge l'esperto - del metodo migliore e più efficiente di allenare il corpo umano attraverso le cinque attività fondamentali per la sopravvivenza: corsa, arrampicata, salto, nuoto e lotta». Tranne le ultime due, il parkour le contempla tutte. Nel 2013 aprono una palestra a Niguarda, «abbiamo recuperato un impianto abbandonato», ispirata proprio all'insegnamento di Hébert. E «Total natural training - Corpo, mente e spirito», centro sportivo multidisciplinare per allenamenti a corpo libero. I Milan Monkeys, cui si sono poi affiancati altri gruppi altrettanto seri, hanno anche un team di performer che crea live show e azioni di «guerrilla marketing».

Lo scopo del parkour? «Spostarsi da un punto A a un punto B nel modo più semplice, veloce e sicuro, superando ogni ostacolo. E sfruttando il proprio corpo e l'ambiente circostante», sottolinea ancora Polli. «Basta ricordare che la disciplina nasce da un addestramento militare - continua - per capire che non insegna certo a mettersi in pericolo. Richiede una intensa preparazione, anche psicologica. E sapersela cavare in situazioni di stress. Gli incidenti possono capitare, ma spesso capitano a persone inesperte. La disinformazione ci danneggia molto». Ancora: «L'altezza? Non è necessaria comunque riservata a chi pratica da anni. La regola base è che finché non sei abbastanza bravo, non puoi saltare giù da un luogo dove non riesci a salire con un balzo». Sono molti ragazzi e i bambini che praticano.

Si comincia a 4 anni, naturalmente con attività ludiche e per la coordinazione motoria.

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