Cronaca locale

Il partigiano insulta la Lega Sala «ammonisce» entrambi

Il sindaco: «Pubblico benvenuto in aula se non provoca Ma i consiglieri si sforzino di usare toni più consoni»

Il partigiano insulta la Lega Sala «ammonisce» entrambi

Chiara Campo

Il capogruppo della Lega insultato da un partigiano seduto tra il pubblico, lite in aula tra gli schieramenti, un'offesa ai carabinieri dai banchi della sinistra. Dopo quasi 5 ore di show si è chiusa giovedì sera con un rinvio a data da destinarsi la discussione sulla mozione antifascista portata in consiglio dalla maggioranza a Palazzo Marino. É la richiesta al sindaco di vietare spazi, contributi e patrocini a chi non firma una «carta» in cui di dissocia da comportamenti fascisti, razzisti, discriminatori. Visto il clima infuocato e la ventina di emendamenti depositati dal centrodestra ancora sul tavolo, intorno alle 22 il presidente Lamberto Bertolè ha preferito chiudere la seduta. Sarà la riunione dei capigruppo martedì prossimo a stabilire se forzare la mano e riportare il testo in aula già giovedì, nell'ultima seduta prima della pausa natalizia, o riaprire il dibattito a gennaio. «Seduta sospesa per il comportamento indegno del centrodestra - è la sintesi a fine serata del consigliere di Insieme x Milano Paolo Limonta -. Comunque si vota sicuramente prima di Natale. Milano è antifascista e Città Medaglia d'Oro della Resistenza. Noi lo sappiamo. Loro lo impareranno». Sono di tutt'altra opinione gli esponenti del centrodestra, che anzi chiedono al sindaco di censurare parole pronunciate fuori microfono proprio da Limonta e di applicare nei suoi confronti «una sanzione disciplinare adeguata». Mentre l'azzurro Fabrizio De Pasquale presentava un emendamento per chiedere di estendere il divieto a formazioni anarchiche e no global, ricordava la città messa a ferro fuoco il primo maggio del 2015 dai No Expo o i disastri creati dai black bloc a Genova, il consigliere di sinistra dal banco ha ribattuto che i disordini sono stati creati ad arte da «carabinieri infiltrati». «Sono affermazioni gravi, lesive dell'onorabilità dell'Arma - sostiene il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi -. Ho chiesto che Limonta sia interdetto da una a tre sedute dal consiglio, Bertolè costituisca un comitato per valutare il suo comportamento e il sindaco intervenga pubblicamente per censurarne le parole e scusarsi a nome della maggioranza con chi ha vilipeso l'Arma in consiglio». Il consigliere di Milano Popolare Matteo Forte ha già anticipato che «finché quel testo liberticida rimane sul tavolo non cambia il mio atteggiamento ostile» e rimarca che «gli antifascisti settari di sinistra nell'ordine minacciano dal pubblico i consiglieri di opposizione e difendono gli antagonisti dicendo che i disordini nelle piazze sono creati ad arte da "carabinieri infiltrati"». Alessandro de Chirico (Fi) ricorda che il «centrodestra aveva chiesto di condividere un documento di ripudio contro ogni forma di violenza». Limonta con una nota chiarisce il senso delle sue affermazioni: «De Pasquale ha accusato i no global di essere responsabili delle violenze durante il G8 del 2001 a Genova. Circostanzierò ancora meglio la mia posizione ma tendo a precisare che io tengo tantissimo all'onorabilità di Cc, Polizia, Guardia di Finanza e di tutti gli altri corpi delegati a garantire la sicurezza dei cittadini. Onorabilità che è indubbiamente stata macchiata a Genova da quegli appartenenti a questa Istituzioni che si sono macchiati di gravissimi episodi di violenza operati su manifestanti pacifici e inermi. Quindi massima stima e rispetto delle nostre Forze dell'Ordine e massima denuncia e condanna di tutti i comportamenti che ne ledono la stima e il rispetto». Poi conclude: «Aspetterò la decisione su una mia eventuale interdizione. Con molto ottimismo». Per il Pd Filippo Barberis «ha chiarito e non c'è stato nessun vilipendio». Sala interviene solo sulla bagarre tra Morelli e il partigiano, e richiama entrambi. «Sono amareggiato per quanto accaduto - dice -, il Consiglio è il luogo deputato al dibattito misurato su come meglio amministrare la città, nell'interesse di tutti e nel rispetto di ogni posizione. I cittadini che intendono assistere sono benvenuti, purché garantiscano una presenza civile, sobria, pertinente e non provocatoria: solo cosi la loro potrà essere davvero una partecipazione attiva.

I consiglieri devono fare uno sforzo per usare toni, espressioni e comportamenti consoni al ruolo che i milanesi hanno chiesto loro di ricoprire».

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