Cronaca locale

Partita la battaglia solitaria di Emilio Fede tra inno, «sciure» in pelliccia e qualche vip

C'è la signora Rosa con la pelliccia e la piega fresca di parrucchiere seduta su una poltroncina rossa del teatro Nuovo «perché le abbiamo provate tutte e allora perché non tentare anche col dottor Emilio che è una brava persona». C'è Francesca Leggieri, titolare del ristorante «I Parioli» dove l'Emilio va spesso a mangiare e dove è entrato nel menu un piatto inventato da lui, il «risotto al Pachino di Fede». Ci sono Vincenzo e Elisa, poliziotti, 29 anni lui, 25 lei perché «nonostante tutto il direttore ci piace e ci dà fiducia». C'è il 70enne pensionato che «per la prima non sa chi votare». Poi c'è un'altra manciata di persone sparpagliate nella grande sala di un teatro vuoto, perse in mezzo ai tanti giornalisti, telecamere e microfoni chiamati per battezzare la nascita del nuovo movimento dell'ex direttore del Tg4 «Vogliamo Vivere». Appuntamento alle 11. In prima fila Ombretta Colli e più tardi anche Tiziana Maiolo, unici volti noti. «Per amicizia», dicono e «perché è proprio quando c'è una sala vuota che l'amico deve esserci» sottolinea la Maiolo. L'inno suona e risuona finché sul palco entra Fede. Pantalone grigio, golf blu, camicia bianca. «Ci sono due modi - dice - per andare in prima pagina, perché c'è una grande folla o perché è un flop», stempera con una battuta tutto quel vuoto davanti a lui. Ma di tutte le poltrone vuote ce n'è una che rimarca sopra a tutte, quella di don Mazzi. «Ha sbagliato a non esserci. Exodus è cresciuto anche con me, anche negli anni in cui non se lo filava nessuno». Parla a braccio l'ex direttore Fede. Dice che farà di tutto perché «Vogliamo vivere» vada in Parlamento, con un pensionato magari. La prima proposta sarà di chiedere a chi guadagna più di 100mila euro di versarne 2500 al mese a cinque famiglie sulla soglia della povertà. «Lo farò io per primo», incita. Passa in rassegna tutto e tutti. Dai precari ai disoccupati, da Renzi («mi ha mandato un sms») a Monti («noioso»), da Grillo («mi fa più ridere ora di quando faceva il comico»), alla Gabanelli, Di Pietro, Bersani, Prodi... per arrivare a Berlusconi. «Siamo rimasti in amicizia. Si è fidato troppo e alcuni non si sono meritati la sua fiducia. Giovedì scenderà di nuovo in campo. Mi ha detto che il mio movimento è una buona idea ma mi sono finanziato da solo». Ci tiene a ripetere che «Fede non è nato con Berlusconi», che «è stato assunto da Biagi», che non gli interessa andare in Parlamento «sapete quante volte Berlusconi mi ha chiesto se mi volevo candidare e io ho detto di no?».

E alla fine si commuove mentre rilancia flash della sua vita.

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