Cronaca locale

IL PASSATO Soltanto ginnastica e disegno seguono i metodi tradizionali

Hanno nove anni ma usano il tablet meglio degli adulti. Perché per loro è il mezzo per imparare. A scuola i bimbi della quarta elementare dell'istituto Enrico Toti di via Cima (quartiere Ortica) ci vanno con uno dei più moderni strumenti della tecnologia mobile. Il tablet, appunto, che usano da un anno esatto al posto dei libri nell'ambito del progetto internazionale Smart Future promosso da Samsung. In tutt'Italia sono 37 le classi coinvolte. A Milano c'è solo questa: 21 bambini che ogni giorno scrivono, disegnano e imparano a fare i conti su un display touch screen. Proiettati in un futuro più vicino.

Questa classe così speciale è un microcosmo super hi-tec. Al posto della tradizionale lavagna c'è un nuovissimo dispositivo elettronico. All'apparenza sembra una tv di ultima generazione. In realtà è una lavagna digitale, che permette alle maestre di seguire in tempo reale ciò che fanno i bambini. Dei libri neanche l'ombra, anche se in cartella il sussidiario resta. I piccoli fanno tutto sul loro tablet, che padroneggiano con l'esperienza dei veterani. Al posto della biro usano un pennino che permette loro di scrivere sullo schermo come se fosse un foglio di carta. Naturalmente in classe c'è il wi-fi, così la connessione internet è sempre a disposizione. «Quando è morto Nelson Mandela abbiamo potuto seguire gli eventi passo passo in diretta», racconta un'insegnante.

Le due maestre sono vere e proprie pioniere, perché nel nostro Paese sono state le prime a decidere di mettersi in discussione su questo progetto. La lezione nell'insieme è più interattiva e divertente: i bimbi devono disegnare qualcosa legato al Natale, ognuno è chino sulla sua tavoletta, ma tutti possono vedere i lavori dei compagni, che appaiono sulla lavagna elettronica. E anche esprimere il proprio parere. Poi è la volta del gioco legato alle frasi: i piccoli devono formare parole usando le lettere sparse a caso su un albero di Natale. Lo fanno tutti insieme, aiutandosi reciprocamente. Cali di attenzione? Assolutamente no.

«Questo metodo è molto positivo – prosegue la maestra -. I bambini imparano più in fretta e apprendono il lavoro in team». Solo due le materie che escludono il tablet. Disegno, perché quando c'è da fare spazio a pennelli e colori non c'è tecnologia che tenga. Ed educazione motoria, perché lo sport è fondamentale. Per il resto, dalla grammatica alla geografia, tutto passa dalla tavoletta. E loro, i bambini, ne sono felici. «Studiare con il tablet è più divertente», dice una bimba. «A me piace perché si fa più in fretta», le fa eco un compagno. «Si fa meno fatica», è il commento successivo. Alla fine un sondaggio in classe rivela che la totalità degli studenti è soddisfatta.

Come i genitori, perché la cartella è più leggera e i bimbi si affaticano meno.

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