Cronaca locale

Passera copia Lega e Fi Tra le liste è già guerra

Chiara Campo«Noi saremo la lista civica di Milano, senza schieramenti politici o accordi di poltrone ma mettendoci solo dalla parte dei cittadini. Le altre? Di civico non hanno nulla, sono partiti dissimulati». Fermi tutti. Corrado Passera a 6 mesi dal primo annuncio (era il 6 giugno) ieri ha confermato la candidatura a sindaco di Milano e con due battute ha attirato le antipatie di chi ha avviato progetti dello stesso stampo cinque anni fa o per la partita del 2016. Se l'è presa (per prima) la capogruppo della lista Milano Civica Elisabetta Strada, esponente del variegato mondo «arancione», che lo sfida: «Vedremo se riuscirà ad eleggere almeno due consigliere comunali, prestate alla politica dalla società civile, come noi nel 2011». Il 12 dicembre metteranno in cantiere una lista civica anche il radicale Marco Cappato, il socialista Roberto Biscardini e esponenti ambientalisti provenienti da schieramenti opposti come Edoardo Croci e Enrico Fedrighini. Il «centrodestra civico» con la regia di Nicolò Mardegan - l'ex coordinatore Ncd che ha fondato «NoixMilano» - si è riunito proprio ieri al Circolo Filologico Milanese, tra i promotori c'è anche il manager Simone Crolla. E sempre ieri Carmine Abagnale, consigliere Ncd in Comune che sabato scorso ha messo intorno a un tavolo a ragionare di periferie Paolo Del Debbio, Maurizio Lupi, Matteo Salvini e lo stesso Passera, ha riferito che costituirà «una lista civica per le amministrative». La guerra tra i (presunti) non-politici è partita. L'ex ministro Passera ha presentato un programma che si ispira ampiamente a Lega e Fi. I primi tre manifesti elettorali sintetizzano l'effetto fotocopia: «Sicurezze ai milanesi» con «25mila nuovi posti di lavoro», «2mila telecamere in più nelle zone a rischio», «pattuglie 24 ore in ogni quartiere». Contesta il piano sicurezza della giunta Pisapia, «un sindaco non può dire che non è una sua responsabilità diretta, soprattutto in una città che sta diventando la più pericolosa d'Italia. Io voglio una città pattugliata da mille vigili 24 ore su 24». Aggiunge la vendita di quote societarie per investire «almeno due miliardi sulle case popolari, oggi sono in condizioni vergognose, scuole e impianti sportivi». E Milano azzarda «può diventare uno Stato-Regione: in base all'articolo 32 della Costituzione se lo chiedono un milione di cittadini si può ottenere lo status e gestire risorse per turismo, trasporti, sanità». Passera annuncia di 200mila lettere agli over 70, una campagna porta a porta, 54 comitati.

Ringrazia la moglie in sala, i consiglieri del Polo dei milanesi Manfredi Palmeri e Matteo Forte (pronti a riposizionarsi) e nei giorni del pressing su Giuseppe Sala nel Pd assicura: «Io sarei un sindaco migliore».

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