Cronaca locale

Pdl, ora i big si contano con le preferenze: Mantovani il più "votato"

DOPO IL CONGRESSO Chi sono gli altri eletti. Quattro consiglieri al coordinatore Il ciellino Cantale ha battuto tutti. Formigoni: in Lombardia 110mila tessere, questo partito non è in coma

Pdl, ora i big si contano con le preferenze: Mantovani il più "votato"

I risultati nella notte di sabato con la stretta di mano tra Giulio Gallera e Pietro Tatarella. E già ieri mattina era tempo di riguardare il voto del primo congresso cittadino del Pdl. La «grande alleanza» che ha portato 2.469 voti e il 79,8 per cento a Gallera, ha comportato un supplemento di analisi per decifrare il peso delle «tribù» e ridisegnare la mappa del Pdl. Dopo aver detto che al bravo Tatarella, appoggiato da Stefano Maullu e Guido Podestà sono andate 632 preferenze e il 20,2 per cento. Un’altra sconfitta della corrente dopo quella del suo pupillo Marcovalerio Bove alle comunali e dello stesso Podestà al congresso provinciale secondo gli avversari, un’affermazione di Podestà che da solo pesa il 20 per cento del partito contro i «laici» di Mario Mantovani, i ciellini di Roberto Formigoni, gli ex an di Ignazio La Russa, i socialisti della famiglia Colucci, i neo democristiani di Mimmo Zambetti e anche i «ministri» Mariastella Gelmini e Paolo Romani che tra tutti si devono comunque dividere il restante 80 per cento, ribattono quelli di Podestà. Questione di punti di vista. E di osservare la tenuta di una grosse koalition che si dice già scricchioli sotto il peso di personalità non conciliabili. Ecco perché ora è già il momento di regolare i conti. Per ora solo quelli delle preferenze nel complicato meccanismo dei congressi che oltre alle liste «bloccate» associate ai candidati prevede una riga bianca su cui indicare una preferenza libera. Ed è proprio qui che si sono esercitati gli strateghi, perché sabato nulla era stato affidato al caso.
Ecco i conti. Trenta i componenti del coordinamento. Oltre al coordinatore Gallera e allo sconfitto Tatarella, i vice coordinatori sono Marco Osnato per An, Giacomo Beretta per Cl e Giuseppe Lardieri per i socialisti. I promossi nella «Lista Gallera» sono i quattro «mantovaniani» Carmine Abagnale, Barbara Bianchi Bonomi, Vincenzo Femminino e Filomena Ferrandi, i due ciellini Claudia Ferrari e Federico Illuzzi, i quattro an Massimo Girtanner, Simone Orlandi, Riccardo Truppo e Vincenzo Viola, la dc Laura Schiaffino, il socialista Luigi Santonastaso e Carmine Zanolio. Oltre a Tatarella i cinque della sua lista sono Pietro Accame, Francesca Musuraca, Marco Valerio Bove, Arianna Podestà e Vincenzo Curia.
Nove, invece, gli eletti con le preferenze che, visto il grosso divario, vanno tutti alla quota Gallera. E proprio qui ci sono le tracce da interpretare. Il maggior numero di preferenze è andato al ciellino Mariano Cantale. Un successo solo apparente, visto che nei suoi 388 voti si esaurisce tutta la forza di fuoco della macchina da guerra formigoniana. Per avere un parametro, il secondo e il terzo sono due di An, Nicolò Mardegan (319 voti) e Roberta Capotosti (261). La cui somma fa 580, ovvero 200 in più. Ma anche il derby interno ad An fa registrare il grande successo della Destra sociale dell’alemanniana Capotosti appoggiata dagli onorevoli Paola Frassinetti e Carlo Fidanza che erodono consensi ai larussiani del giovane Mardegan. Dal quarto posto parte la classifica degli uomini appoggiati dal coordinatore regionale Mario Mantovani. Il vero vincitore della sfida perché con tattica astuta ha matematicamente diviso le sue 4mila tessere. Non raggiungendo il «botto» di Alberto Pirola che fu il più preferito al «provinciale», ma piazzando ben quattro nomi nei primi nove. Alessandro De Chirico (spinto dallo stesso Gallera) con 255 voti, la giovane e brillante avvocato Cristina Crupi di area Gelmini con un gran bottino di 250 preferenze e i due appoggiati da Fabrizio De Pasquale, Giovanni Esposito settimo con 189 voti e l’avvocato Bruno Caterina nono con 47. A dimostrazione che tutti hanno rispettato i patti, i 189 voti della «colucciana» Rosalia Chiarello e i 154 di Prospero Bognani, indicato da Zambetti. A spanne il «liberal-liberale» Gallera ha incassato il 16 per cento dei voti da Cl e il 24 da An.

La fusione del Pdl non è più così «a freddo».

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