Cronaca locale

Perse braccio: risarcimento a rischio

(...) la tintoria specializzata nella colorazione dei tessuti e contro i suoi amministratori. Ora, denuncia il legale della giovane, l'avvocato Stefano De Cesare, si profila il rischio di vedere sfumare i risarcimenti per i ritardi con cui procede (o non procede, appunto) il processo davanti alla sezione Lavoro della corte d'Appello.

I ripetuti rinvii tra l'altro sono inusuali per gli standard di una Sezione che è fra le più veloci d'Italia, secondo le statistiche degli ultimi anni. Il Tribunale di Busto Arsizio, dove si è celebrato il primo grado, aveva riconosciuto solo la colpevolezza della società condannandola a versare all'ex lavoratrice un indennizzo di 400mila euro (un'ulteriore cifra è stata versata dall'Inail). L'azienda però, spiega ancora l'avvocato della parte offesa, ha dichiarato di non avere quei soldi. Il legale ha quindi avviato la procedura di pignoramento per recuperare il denaro dovuto alla vittima e ha presentato ricorso in Appello, chiedendo la condanna anche degli amministratori. Il ricorso è stato iscritto dalla Corte nel novembre 2017. La società a sua volta chiede che la cifra a suo carico venga ridotta. «Le cause in Appello in diritto del lavoro - spiega De Cesare - di norma si risolvono in una sola udienza. Qui siamo arrivati a sette rinvii». La prima udienza risale al marzo del 2018. L'ultima data fissata, poi saltata, era il 19 dicembre scorso. Le parti sono in attesa di una nuova convocazione. Il motivo dei ritardi? Prima l'irreperibilità di un fascicolo e di una consulenza tecnica relativi al primo processo, poi i problemi di salute del giudice relatore. «La causa venga riassegnata», ha chiesto l'avvocato alla Corte. Il timore è infatti che nel frattempo i beni oggetto della richiesta di pignoramento possano sparire nel nulla.

Cristina Bassi

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