Cronaca locale

Tra piante di marjuana e gonne alzate in piazza i cortei sono uno show

Ferma la linea 5 del metrò e il 10% dei treni Lo sciopero è quasi un flop, ma crea disagi

Chiara Campo

Vale tutto. Il corteo del «Lotto marzo», la manifestazione internazionale per i diritti delle donne, a Milano diventa anche una battaglia per la marijuana libera. Prima di arrampicarsi sulla statua a Vittorio Emanuele in piazza Duomo, srotolare striscioni e accendere fumogeni, alcune studentesse incappucciate che ieri mattina hanno sfilato con le lavoratrici che aderivano allo «sciopero globale» hanno fissato simbolicamente una piantina tra le palme e i banani (che tante polemiche hanno già suscitato davanti alla cattedrale) e appeso il manifesto «la ganja non uccide, il proibizionismo sì». Erano circa ventimila secondo l'Usb i partecipanti al corteo della mattina, da largo Cairoli al palazzo della Regione Lombardia in via Galvani, passando per via Torino dove i collettivi studenteschi hanno acceso fumogeni davanti alle vetrine di Zara e appeso volantini contro «gli stereotipi di genere». Gli addetti alla sicurezza della catena spagnola dopo il primo blitz hanno deciso di abbassare la saracinesca fino a fine corteo. Altro stop della manifestazione «rosa» (moltissime indossavano un fiocco o una maglietta del colore simbolo): davanti al Consolato Usa in via Turati, presidiato dalle forze dell'ordine. Qui altri ragazzi hanno scritto sull'asfalto con la vernice bianca «Women's smash Trump», la marcia delle donne abbatte Trump. Il secondo tempo delle manifestazioni in piazza è scattato dalle 18 alle 21, con una marcia promossa dal comitato «Non una di meno» tra il Pirellone e Porta Venezia. Il collettivo Macao come annunciato ha messo in scena la provocazione «su le gonne», un gruppo di donne incappucciate hanno mostrato i genitali come gesto di lotta per la difesa dei diritti e del corpo delle donne.

E la giornata dello «sciopero globale» ha creato più disagi (e irritazione) tra i milanesi perchè era difficile valutarne prima la portata. Nei numeri è stata quasi un flop, ma molti hanno preferito l'auto ai mezzi pubblici. Le linee di Trenord hanno circolato quasi regolarmente, solo il 10% dei treni è stato cancellato. Il servizio Atm nella fascia tra le 8.45 e le 15 ha registrato disagi in superficie, meno in metropolitana dove soltanto dopo le 13 è stata interrotta la circolazione della M5 (ironia della sorte, l'unica che viaggia senza conducente ma ovviamente viene «manovrata» a distanza, e il personale non era sufficiente). Lilla ferma anche nella fascia di agitazione scattata dopo le 18, e la M1 ha effettuato solo il percorso tra le stazioni di Lotto e Sesto Marelli. Lunghe file per i taxi (i conducenti a Cadorna hanno distribuito mimose alle clienti in attesa) e introvabili in vari momenti della giornata le bici di Bikemi.

Disagi anche per gli asili chiusi o dove il servizio di Milano Ristorazione non era garantito.

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