Cronaca locale

«Pirellone, tagliare gli stipendi d'oro»

«Pirellone, tagliare gli stipendi d'oro»

A tagliare si cominci dalla testa. E in questo caso da quei dirigenti che negli enti pubblici finiscono per diventare dei veri onnipotenti. Perché i politici passano e loro invece che nemmeno hanno l'obbligo di sottoporsi al voto degli elettori, molto spesso finiscono con il restare. Attraversando indenni i cambi di colore politico delle amministrazioni e approfittando del fatto che spesso sono i soli a poter garantire a chi arriva di continuare a far funzionare la macchina senza strappi e scossoni. Davvero micidiali per un governatore o un assessore appena arrivato e spesso in terribile difficoltà in quei meandri della burocrazia impenetrabili per chi non ci sia nato e vissuto.
«Gli stipendi dei dirigenti pubblici vanno calibrati sui salari medi dei cittadini», chiede il vice presidente della Regione Mario Mantovani. «Non sono più tollerabili gli stipendi che in Italia si attribuiscono a burocrati di Stato che fanno un uso vergognoso del denaro pubblico. È un problema dovuto a una classe politica che spesso ha occupato posti che non gli spettano». Velenosa polemica con i partiti che talvolta hanno addirittura utilizzato quei ruoli per riciclare politici trombati.
Il fatto è che a tanto potere dei dirigenti pubblici, corrisponde un altrettanto elevato stipendio e non è raro imbattersi in tabelle da cui risulta come un boiardo regionale superi addirittura l'emolumento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Che, nonostante la crisi, quest'anno se l'è aumentato di 8.835 euro, portandolo a 248.027. Tanti soldi, ma incredibilmente meno del direttore generale della Regione Andrea Gibelli che guadagna 223.200 euro di «retribuzione fondamentale» a cui ne vanno però aggiunti altri 50.760 di «retribuzione di risultato» (quella che a fine anno non si nega a nessuno). Per un totale di quasi 274mila euro, 30mila in più del capo dello Stato. Cospicuo anche l'emolumento di Marco Carabelli, dirigente della presidenza la cui busta paga è di 169.788 euro di fisso più 50.936 sul risultato: in tutto 221mila euro. Più o meno quanto Marco Turturiello che si occupa delle Strategia finanziarie. Tra i big il direttore centrale della presidenza Francesco Baroni con un totale di 220mila euro, Roberto Albonetti direttore generale dell'assessorato Attività produttive con 230mila e 230mila vanno anche al direttore generale Infratrutture Anna Tavano. Un cospicuo stipendio di 230mila euto tocca anche al direttore generale dell'assessorato Salute Walter Bergamaschi e 180mila euro spettano anche a una nuova entrata come la giovane Patrizia Carrarini dirigente della presidenza con incarico alla Comunicazione.
Tagliare non sarà facile.

Anche se il buon esempio è stato dato l'altro giorno dal neo presidente della Fondazione Fiera Benito Benedini che ha imposto a sé e ai consiglieri un primo anno senza emolumenti.

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