Cronaca locale

Pisapia vuol riparare: «Primarie 28 febbraio»

Dopo una giornata di schiaffi tra dirigenti Pd e Sel il sindaco propone le date per la raccolta firme e il voto

Un'altra giornata di schiaffi tra i dirigenti di Pd e Sel, sia a livello nazionale che a quello locale. Scambi di accuse e ricostruzioni bugiarde (lo dicono gli uni degli altri) sul perchè venerdì è saltato il tavolo che doveva dare il via domani alla raccolta firme per le primarie. Per provare a fermare il cortocircuito che ha contribuito a innescare, ieri intorno alle 20 il sindaco Giuliano Pisapia ha assunto ufficialmente il ruolo di mediatore e ha proposto tre scadenze: raccolta firme per le candidature dal 7 dicembre al 20 gennaio e voto il 28 febbraio. Era l'accordo preso con il premier Renzi mercoledì scorso, nell'incontro a Roma a cui ha partecipato il vicesindaco Francesca Balzani come candidata in pectore di Pisapia. «Tornato da Parigi ho letto di polemiche sulla data delle primarie che tutti vogliamo aperte, unitarie e partecipate - ha dichiarato il sindaco -. Le date che propongo possono essere una sintesi tra le varie esigenze e dare a tutti il tempo di raccogliere le firme, anche in considerazione del periodo natalizio». Su questa tempistica, manda a dire al Pd, «non ho avuto valutazioni negative e confido che al più presto si riunisca il tavolo della coalizione per un accordo condiviso». É una garanzia del via libera da parte di Sel, messo in dubbio venerdì dai Democratici che quindi non hanno partecipato al tavolo organizzativo (Sel sostiene di aver già dato il consenso giovedì sulle stesse scadenze, i dem danno una versione opposta). Tant'è, ieri la segreteria Pd non ha voluto ufficializzare una risposta al sindaco, arriverà oggi (forse dopo un incontro) ma dovrebbe essere positiva. Anche se pure ieri è andato in scena un match, come le coppie in cui nessuno vuol essere il primo a staccare la spina. «Al di là delle scelte che Sel ha fatto in altre città che non condivido e che hanno spaccato il campo del centrosinistra» avverte il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini «mi auguro che a Milano non si vogliano replicare quelle scelte sciagurate». «Ci risiamo - arriva dritta la replica del coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni -: il Pd fa pasticci, prepara le condizioni per il Partito della Nazione buttando alle ortiche i valori e i programmi del centrosinistra, e poi la colpa è di altri». L'assessore dem Pierfrancesco Majorino (in campo da luglio) ha chiesto a tutti di scoprire le carte, la partita a poker è durata fin troppo: «Se qualcuno vuole fare a Milano la coalizione che governa il Paese ce lo si dica (e a quel punto è davvero inutile farle, le primarie). Meglio il divorzio breve che l'agonia lunga».E ieri nei corridoi del Pd sono spuntati sondaggi commissionati molti di recente, visto che testano anche il nome della Balzani emerso da pochissimo.

In caso di ballottaggio contro il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, preso come competitor del centrodestra, Giuseppe Sala risulterebbe avere più chance (35% contro il 29%, con un ampio 37% di astenuti/indecisi), Majorino poco sotto (32% contro il 29, con un 39& di astenuti) ma va detto che l'assessore è in campo da luglio, e Balzani sarebbe solo un punto sopra Sallusti (29 contro 28%) e con il 43% di indecisi.

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