Cronaca locale

Pontida, folla e polemica Bossi escluso dal palco Maroni: «Un dispiacere»

Alberto Giannoni

Una grande festa con 50mila persone contate dagli organizzatori e pullman da tutta Italia. Una festa della Lega in cui non è mancata una polemica. La scelta di non far parlare il fondatore Umberto Bossi, a Pontida, ha suscitato molte discussioni e qualche malumore. Anzi, «dispiacere» come ha detto Roberto Maroni. «Mi dispiace perché Pontida è Bossi - ha detto il presidente della Regione - La decisione l'ha presa il segretario Matteo Salvini. Per me Bossi a Pontida ha sempre diritto di parola». Adesso Bossi medita sul suo futuro. L'assessore regionale Gianni Fava, avversario di Salvini all'ultimo congresso del Carroccio, definisce l'esclusione di Bossi dal palco «un errore, anche mediatico». «Nessun movimento politico - spiega - cancella la propria storia, non fargli fare nemmeno un saluto è sbagliato. Se oggi siamo qui è grazie a lui». E la stessa parola «errore», la pronuncia anche il consigliere comunale milanese Massimiliano Bastoni: «Un errore - spiega - Bossi è il padre fondatore e se il pericolo era che venisse fischiato da qualcuno, il problema sarebbe stato di chi fischia, perché chi fischia non è buon leghista. Bossi è la Lega - ha aggiunto Bastoni - Bossi ci ha portato a Pontida, dove tutto nasce, lui ha lanciato il movimento.

Non farlo parlare significa voler mettere in soffitta un passato che ha tante cose buone».

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