Cronaca locale

Presto arriva il "taser". Poliziotti favorevoli: "Bene. Ma più tutele"

La pistola elettrica in dotazione alle forze dell'ordine: al via la sperimentazione a Milano. I pro e i contro secondo gli agenti

Presto arriva il "taser". Poliziotti favorevoli: "Bene. Ma più tutele"

A trarne sicuro beneficio saranno tutti i reparti di pronto intervento e di prevenzione che si occupano di controllo del territorio: quindi, per la polizia di Stato, le «Volanti» in primis e poi la Stradale, la Polfer, la Polmetro, il reparto prevenzione e crimine; per i carabinieri il nucleo radiomobile; più difficile il suo utilizzo in ordine pubblico dove, dinnanzi a una folla di gente, i lacrimogeni risultano di sicuro più efficaci.

C'è già il protocollo del ministero della Sanità, esaminato alcuni giorni fa insieme ai sindacati di polizia che attesta come il taser - la pistola elettrica che la Direzione anticrimine del dipartimento di pubblica sicurezza inizierà a sperimentare per tre mesi, per un totale di trenta armi in tutto, a Milano e in altre 5 città - non sia letale. Perché si tratta sì di un'arma propria, ma non da fuoco. La vera rivoluzione legata al taser, però, secondo la maggior parte dei poliziotti impegnati in strada ogni giorno, riguarda la telecamera a colori, ad alta definizione e dotata anche di visione notturna, che ogni operatore che utilizzerà quest'arma avrà sulla propria divisa e che si accenderà automaticamente non appena verrà tolta la sicura della pistola elettrica, così da controllarne l'operato.

«Siamo in attesa del protocollo operativo che stabilirà spazi e modi d'intervento, ma siamo totalmente a favore del taser, perché sarà utilissimo a ridurre il contatto da una parte tra tutti i nostri poliziotti impegnati nelle varie sfaccettature del controllo del territorio e dall'altra tra chiunque sia recalcitrante a essere sottoposto a misure come l'arresto. Insomma, servirà a ricondurre certi comportamenti a una forma di legalità. Ringrazio il capo della polizia Franco Gabrielli perché ha scelto anche Milano, riconfermata come capitale della sicurezza, per sperimentare la pistola elettrica. Lo spray al peperoncino? Non mi sembra sia servito granché» spiega Mauro Guaetta, segretario provinciale del Siulp (Sindacato italiano unitario lavoratori polizia).

Favorevole ma perplesso il segretario provinciale di Milano, Monza e Brianza del Sap (Sindacato autonomo di polizia), Massimiliano Pirola. «Ogni anno in Italia restano feriti seimila appartenenti alle forze dell'ordine per cui ben venga il taser - è il suo esordio -. Speriamo non segua però lo stesso percorso delle telecamere date in sperimentazione alle Volanti a partire dal 2015: da tempo sono tutte bruciate e il Dipartimento non le ha mai sostituite. Lo stesso dicasi per lo spray al peperoncino: la Polfer, ad esempio, non ne viene dotata da tempo».

«Il taser servirà come strumento di coercizione fisica per immobilizzare eventuali esagitati che si oppongono, ad esempio, a un fermo - conclude Pirola -. Tuttavia, oltre che a tutela del cittadino, sarà anche utile per fare bene il nostro mestiere, affinché, grazie alle telecamere, non ci siano più buchi neri e zone d'ombra nel nostro operato. Ricordiamo che in caso di procedimenti penali nessuno ci risarcisce delle spese legali a meno che il processo non si concluda per noi con una assoluzione piena; se c'è prescrizione o archiviazione dobbiamo arrangiarci».

Parlando poi direttamente con un operatore, un ispettore delle «Volanti», che naturalmente desidera restare anonimo, emergono altri «se» e altri «ma» sull'utilizzo del taser. «Io dico: datemelo, ma tutelatemi anche - sbotta il poliziotto -. Noi che stiamo in strada siamo sempre caricati da tante, troppe aspettative. Lo spray al peperoncino non serve proprio a niente, lasciatemelo dire, il taser invece ci aiuterà molto e aiuterà i cittadini a sentirsi più sicuri. Il poliziotto però avrà sempre una responsabilità penale, nonostante la presenza della telecamera sulla divisa, nel caso in cui la pistola elettrica fosse in qualche modo lesiva o addirittura si rivelasse letale utilizzata contro un soggetto che soffre ad esempio di patologie cardiache particolarmente gravi e che per ovvie ragioni noi non possiamo conoscere. Insomma: se accade qualcosa al fermato, siamo sempre e solo noi a doverne rispondere».

Su questo punto si inserisce il battagliero segretario regionale del sindacato Ugl polizia di Stato, Emanuele Brignoli. «Se usando il taser, ad esempio per bloccare un rapinatore che si oppone all'arresto, lo stesso dovesse morire, magari per una malformazione cardiaca, non si dovrebbe aprire un procedimento penale a carico del poliziotto che ha utilizzato questa pistola elettrica, perché nel 99 per cento dei casi ha fatto solo il suo dovere e non deve passare guai - sottolinea -. Si dovrebbe invece indagare su chi quel furto lo ha commesso.

Servono quindi adeguate procedure e norme di legge perché i cattivi, nella stragrande maggioranza dei casi, non siamo noi o i cittadini in cerca di sicurezza».

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