Cronaca locale

Primarie, gli alleati scomodi Il Pd fra riciclati e comunisti

Da Rifondazione, Rizzo manda l'avviso di sfratto «Senza di noi gli assessori vanno a casa subito»

Alberto GiannoniDopo il bisticcio sui faccia-faccia, ecco lo scontro sulle alleanze scomode. Continua il calvario delle primarie. «Sterili schermaglie, blande insinuazioni e reiterate recriminazioni». É il candidato sindaco Pierfrancesco Majorino a paventarne il rischio, nella lettera inviata all'avversaria Francesca Balzani, che dopo essersi lamentata per l'esclusione dal confronto fra Majorino e Giuseppe Sala all'Anteo, ha detto «no» a un duello con l'assessore al Sociale, suo collega in giunta. Subito dopo è scoppiato il caso degli alleati. Tutto parte dalla presenza, all'incontro con la Balzani al teatro Elfo Puccini, di una bandiera della sinistra-sinistra come Basilio Rizzo. Esponente di Rifondazione Comunista, presidente del Consiglio comunale, veterano di Palazzo Marino, stimato da molti ma considerato indigesto al Pd (soprattutto renziano) che da mesi ormai lo ha collocato fuori dal perimetro della coalizione, soprattutto per le sue posizioni anti-Expo, manifestate nei mesi in cui il premier Matteo Renzi costruiva sull'evento milanese la sua retorica dell'ottimismo (spesso infondato). Il centrosinistra di governo non ha dimenticato l'affronto. Ed è stata la «iper renziana» Anna Scavuzzo a sollevare la questione: «Non è passato inosservato - ha detto - seduto in prima fila quel Basilio Rizzo, e quella Rifondazione Comunista, responsabile di alcune delle battaglie più dure contro l'amministrazione di Giuliano Pisapia, basti ricordare l'attacco contro il rinnovo della Galleria e la questione degli scali ferroviari, il cui epilogo è noto a tutti. Stiamo forse parlando di questo quando parliamo di continuità? Diciamo tutta la verità ai cittadini sugli alleati che vogliamo avere per Milano: scegliere Francesca Balzani significa riportare Rifondazione Comunista nella coalizione?». Il senatore democratico Franco Mirabelli ha rafforzato il concetto, parlando di un centrosinistra «che non può essere condizionato da conservatorismi o ideologismi». È stata la coordinatrice di Sel Anita Pirovano a rispondere: «Alla prima di Balzani c'era Rizzo. A quella di Sala invece Abagnale. Mi sono trovata spesse volte in disaccordo con Basilio in ultimo sulla questione degli scali ma davvero non avrei dubbi su chi scegliere tra i due». Il riferimento è al consigliere eletto nelle file del centrodestra e poi passato a Ncd e oggi in forze al «Polo dei milanesi», gruppo centrista. Mirabelli ha replicato: «A Sala è stato chiesta chiarezza vista la presenza di Abagnale e lui ha detto che non si alleerà mai con Ncd. Posso chiedere a Francesca la stessa chiarezza?». Ma è stato lo stesso Rizzo a far chiarezza: «I realisti sono sempre peggio dei re - ha detto - Se siamo un pericolo in coalizione, il pericolo non c'è se noi nei prossimi 5 mesi non votiamo i provvedimenti in consiglio comunale?». «Se siamo fuori dalla maggioranza - il messaggio - lo dice al massimo il sindaco, e non Anna Scavuzzo o Mirabelli». «Scavuzzo è la presidente della commissione Affari istituzionali e non la Corte costituzionale, per decidere chi è dentro o fuori la maggioranza». «Essere o non essere nella maggioranza, dopo averlo deciso nel 2011, lo posso decidere io o il sindaco, con tutte le conseguenze del caso, visto che abbiamo davanti ancora 5 mesi di attività del consiglio comunale. Sbaglio o, se noi non ci siamo più, la maggioranza non c'è più, e anche gli assessori vanno a casa?». Più chiaro di così..

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