Cronaca locale

«Profughi al Palasharp ma per pochi giorni»

Majorino: «Ne ospiteremo solo 80». Gelmini: «Basta improvvisare, intervenga Alfano»

Maria Sorbi

Da stasera un'ottantina di profughi dormirà nel tendone di fronte al Palasharp. Lo stesso che viene utilizzato dalle comunità islamiche per la preghiera del venerdì.

«Ma resteranno lì per dieci giorni al massimo, non di più» assicura l'assessore ai Servizi sociali Pierfrancesco Majorino. «Se non fosse necessario - precisa - non ricorreremmo mai a una soluzione del genere, anzi, saremmo i primi ad evitarla». Tuttavia il tampone Palasharp serve a evitare le brandine sui marciapiedi e i bivacchi sulle aiuole di fronte alla stazione Centrale. Almeno per qualche giorno.

Ad oggi, tra nuovi arrivi (tanti) e trasferimenti (un po' meno), il numero dei migranti in città si aggira attorno alle 3.700 presenze. E finché non sarà pronta la valvola di sfogo della caserma Montello, lasciata dal reggimento Voloire, serve una soluzione alternativa. La caserma aprirà ai profughi dal primo novembre e, una volta pronta, potrà essere utilizzata per tutto l'anno, cioè fino a quando non cominceranno i lavori per adattarla a nuova sede dei reparti della polizia come le volanti, dell'ufficio immigrazione e delle residenze per poliziotti.

Ma Majorino assicura che i migranti «non resteranno al Palasharp fino a quel giorno». E, dal canto suo, il ministro alla Difesa Roberta Pinotti mette in chiaro fin da adesso che anche quella «sarà una soluzione temporanea. Si tratta di una caserma che viene liberata dalle forze armate per essere occupata dalle forze di polizia che lasceranno lo spazio per un campus collegato alla università Cattolica. Non avverrà nell'immediato, è previsto dal 2017. Mentre si stanno progettando questi spostamenti, in questo momento la caserma può essere utilizzata».

Se non altro, la disponibilità di Milano ad accogliere senza limite richiedenti asilo e clandestini a qualcosa porta: il ministro Pinotti promette che «il governo potrà ulteriormente dare contributi, per quanto già Milano sta facendo molto bene».

Detto questo, restano parecchi dubbi. Nessuno fino a ieri sapeva della possibilità di utilizzare il Palasharp a parte i City Angels, incaricati di allestire brandine e coperte. «Stavolta il Comune si è organizzato in maniera più furba e non ha detto niente a nessuno - sostiene l'esponente di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato - Lo ha fatto per evitare polemiche come era avvenuto per Expo. Ci auguriamo che il numero dei profughi resti al di sotto dei cento e non salga a tremila, come temiamo». «Ora anche il Palasharp diventa una nuova tendopoli - interviene Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda di Fi - Non c'è spazio per la polemica sterile perché rischiamo di lasciare le nostre città in balia della improvvisazione.

Va convocato un incontro col ministro Alfano, l'Anci e i presidenti delle Regioni».

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