Cronaca locale

Un Prometeo dark e la nevrosi in formato clown

Al Menotti ultimo atto della trilogia di Conte. Al Piccolo torna De Filippo

Antonio Bozzo

I miti esistono apposta, fin dalla notte dei tempi, per essere raccontati e adattati. Quello che riguarda chi ha dato il fuoco agli uomini, rubandolo agli dèi, arriva a Milano nella lettura di Emanuele Conte, che da Eschilo ha tratto Prometeoedio per il Teatro della Tosse di Genova. Lo spettacolo, al Menotti da oggi al 2 aprile, è l'ultimo capitolo della trilogia che Conte ha iniziato con Antigone e Caligola per affrontare la logica del potere. Il titano Prometeo è Gianmaria Martini, immerso in un'atmosfera dark, come gli altri interpreti di una produzione impegnativa. A suo modo mito è Giorgio Gaber, la cui vita fatta di poesia e musica è raccontata al Teatro della Cooperativa dai Mercanti di Storie, con Massimiliano Loizzi. Lo spettacolo, Io ed io, è la biografia non autorizzata del cantautore, evocato in rapporto all'esistenza di chi lo guarda come un maestro, anche prendendone le distanze: lo stesso Loizzi. Tre gli spettacoli al Piccolo: Non ti pago allo Strehler, ultima regia di Luca De Filippo, fino al 2 aprile, classico di Eduardo che nel novembre 2015 Luca, già malato, non poté interpretare al Piccolo. Nella sala dedicata alla Melato, fino al 13 aprile vediamo invece Credoinunsolodio, dialogo difficile fra tre donne in Terra Santa (con Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti, Mariangeles Torres, testo di Stefano Massini). C'è tempo fino al 30 aprile per gustarsi, al Grassi, la prima regia di Sonia Bergamasco in uno spettacolo prodotto dal Piccolo: Louise e Renèe. In scena Isabella Ragonese e Federica Fracassi. Il testo è di Stefano Massini, liberamente tratto dal Balzac delle «Memorie di due giovani spose». Da oggi al 2 aprile, il Filodrammatici ospita Novecento di Alessandro Baricco, con Eugenio Allegri, sull'impostazione data allo spettacolo da Gabriele Vacis. La storia, una delle più convincenti firmate da Baricco, è quella eccentrica e poetica di un ragazzo, poi uomo, che passa la vita sul transatlantico dove venne dimenticato suonando jazz al pianoforte. Il mondo è troppo complicato per scendere a terra. Prima nazionale (31 marzo, 1 aprile) al Verdi. Arriva, nell'ambito del collaudato If Festival, Clown's Houses dei Merlin Puppet, compagnia nata in Grecia ma di stanza a Berlino. Uno spettacolo senza parole, con pupazzi dalle dimensioni di burattini, chiusi in una minuscola stanza dove si riflettono le nostre ansie e nevrosi. Terminiamo la panoramica al Parenti, che da domani ospita Some Girl(s), dell'americano Neil LaBute, regia di Marcello Cotugno.

In scena, una sorta di Candide che si confronta con quattro mondi femminili: la fidanzata, l'amante, la vamp, il grande amore.

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