Cronaca locale

Pronti 2mila emendamenti alla Riforma sanitaria

Sedute convocate fino al 26 novembre e tempi contingentati. Non è ammesso il voto segreto

Pronti 2mila emendamenti alla Riforma sanitaria

Una valanga di emendamenti, 1983, e il voto contrario alla riforma sanitaria che approda oggi in Consiglio regionale. Ad annunciarlo i capigruppo di Pd, 5Stelle, PiùEuropa/Radicali, Azione e Lombardi Civici Europeisti. «È una riforma blindata, con la quale Regione Lombardia vuole solo rifarsi l'immagine in vista delle prossime elezioni regionali, quindi, come opposizioni ne chiediamo il ritorno in commissione», ha dichiarato il capogruppo del MS5, Massimo De Rosa che ha presentato 1543 richieste di modifica. «L'obiettivo di Palazzo Lombardia è usare le risorse del Pnrr dando una pennellata al sistema sanitario, senza cambiarlo veramente». Il PD ha previsto 80 ore di intervento distribuite tra i suoi quattordici consiglieri, per spiegare la propria visione alternativa della sanità lombarda con 310 emendamenti e 960 ordini del giorno di merito.

Il Consiglio regionale è convocato, a partire da oggi, ogni giorno dalle 10 alle 18 fino al 26 novembre, con tempi contingentati: ogni Consigliere potrà disporre di 10 minuti per il proprio intervento e 5 minuti aggiuntivi per illustrare i singoli ordini del giorno. Dal momento che, come annunciato dal presidente Fontana, l'oggetto della riforma investe direttamente il programma di governo, non saranno ammissibili votazioni a scrutinio segreto.

Il progetto di legge di modifica del testo unico delle leggi regionali in materia di sanità, si occupa di attuare un potenziamento generale della medicina territoriale e dell'ambito della prevenzione, precisando le competenze dei diversi soggetti interessati (ATS, ASST, Assessorato), istituendo le Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità e le Centrali Operative Territoriali e potenziando l'Assistenza Domiciliare Integrata. La nuova mappa della sanità regionale prevede un distretto ogni 100mila abitanti (uno ogni 20mila nelle aree montane): nei distretti si «valuta il bisogno locale, si fa programmazione e si realizza l'integrazione dei professionisti sanitari (medici di medicina generale, pediatri, specialisti ambulatoriali, infermieri e assistenti sociali)». Nel distretto, che avrà «una sede fisica facilmente riconoscibile e accessibile dai cittadini», troveranno posto le strutture territoriali: Case della Comunità, Centrali Operative Territoriali e Ospedali di Comunità.

Le Case della Comunità, dove opereranno team multidisciplinari, costituiranno il punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie e saranno il punto di riferimento per i malati cronici. Le Centrali Operative Territoriali (una per ogni distretto) avranno la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari e si avvarranno di tutte le attività di telemedicina e medicina digitale. L'Ospedale di Comunità si occupa di ricoveri brevi e di pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica. Di norma dotato di venti posti letto (fino ad un massimo di 40), ha una gestione prevalentemente infermieristica.

Entro 6 mesi dall'approvazione della legge nascerà anche il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive. Il completamento del potenziamento di tutta la rete territoriale è previsto in tre anni.

Destinati 1 miliardo e 350 milioni di fondi per l'edilizia sanitaria.

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