Cronaca locale

"Quale terra dei fuochi? La vera emergenza veti e norme sbagliate"

Parla l'assessore regionale all'Ambiente: «Imprenditore in regola, ma ha detto dei no»

"Quale terra dei fuochi? La vera emergenza  veti e norme sbagliate"

Assessore Cattaneo, qual è la situazione a Settimo?

«L'incendio è spento dalle 8.30 del mattino, tutte le rilevazioni hanno dato esito negativo. Il monitoraggio prosegue, al momento si escludono emissioni inquinanti o situazioni di criticità, pur minime».

Nel suo sopralluogo ha visto l'impianto.

«L'area interessata è quella in cui erano stoccati rifiuti non pericolosi mentre c'era di fianco quella dei rifiuti pericolosi. Escluderei che, se qualcuno avesse voluto, sarebbe partito dall'area meno critica. Il proprietario è molto diverso da altri incrociati in casi simili, mi è parso molto responsabile, preoccupato di riprendere nel modo più corretto possibile. Il capannone non era stracolmo come in altri casi. Questa realtà aveva l'autorizzazione integrata ambientale in regola, ha subito cinque controlli e aveva l'autorizzazione all'export, verso gli inceneritori esteri».

Insomma, uno scenario tutt'altro che inquietante.

«Lo scenario tutto mi ha dato tranne che la sensazione di una situazione gravemente infiltrata. Certo, è difficile pensare a un fenomeno di autocombustione alle 5 del mattino, comunque risalire alle cause non è il nostro mestiere. Ci sono le telecamere di sorveglianza e del Comune, ci sono tutti gli elementi per risalire alle cause. Io ho la sensazione che sia un episodio difficile da ricondurre e a certi fenomeni, salvo un avvertimento a un imprenditore che ha detto anche qualche no, perché non voleva aver a che fare con situazioni potenzialmente critiche».

Si parla di una nuova terra dei fuochi...

«Dalla commissione esce questa narrazione, la terra dei fuochi, ma è strumentale e non suffragata. I Vigili del fuoco hanno dichiarato che si sono verificate certe situazioni ma non c'è una patologia degna di rilevanza. L'osservatorio sulla criminalità organizzata ha calcolato che la Lombardia è all'ottavo posto con 399 infrazioni accertate, il 5,5% del totale, ma noi trattiamo oltre il 25% del traffico totale».

La situazione è fisiologica?

«Non è fisiologica ma non è la terra dei fuochi. Non sono dati disastrosi, non sono peggiori di altre Regioni. Allora chieddo: qualcuno forse vuole drammatizzare la situazione, perché mal comune mezzo gaudio. Di fronte alla situazione di Roma e di altre regioni questa è la lettura. Questo mio interrogativo è suffragato dal fatto che la vera emergenza, oggi, è la norma che blocca la filiera dell'economia circolare, norma voluta dai 5 Stelle».

Il no ai termovalorizzatori è un altro problema?

«Sì, e per una norma sbagliata che abbiamo contestato, i rifiuti sono oggetto di libera circolazione nazionale, e se non ci sono impianti appena si crea tensione tutti vanno a smaltire dove possibile. Ora i numeri dicono che siamo riusciti a evitare l'invasione: in Lombardia il 19% dei rifiuti arrivano da altre regioni, 450mila tonnellate. Ma queste norme creano pressione e distorsioni. Questa è la vera emergenza».

Ci sono tre commissioni.

«Sì, ma l'atto di indirizzo sul piano di gestione, che andrà in giunta e poi in Consiglio, quella sarà la sede per decidere e io spero che l'indirizzo che daremo sarà contro il mainstream prevalente, quello per cui i rifiuti si possono gestire senza impianti, senza un sistema industriale».

Commenti