Cronaca locale

«Quando esco da Brera scrivo favole per bambini»

James Bradburne racconta la sua passione Oggi la Civica mette in scena l'operina di «Baku»

«Quando esco da Brera scrivo favole per bambini»

Cosa c'è di più spaventoso, per un bimbo, di un mostro che mangia i sogni? Nutrirsi di sogni non significa forse annientare ciò che di più prezioso abbiamo da bambini, il potere di una fantasia incontaminata? Poi ci sono gli esseri mangia-incubi, e allora è tutta un'altra storia, possono anche diventare aiutanti benigni che allontanano il male. Perché il mondo dell'infanzia è un universo magico, in cui trovano spazio le più strane contraddizioni: riesce a fare tenerezza perfino lo spaventoso Baku blu, il divoratore di sogni della tradizione giapponese che ha affascinato James M. Bradburne fino a spingerlo a scriverci una favola, poi divenuta un'operina, Emma and the blue Baku, che va in scena stasera, alle 21, alla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado (cortile di Villa Simonetta, via Stilicone 36, con aperitivo dalle 19.30). Avete capito bene: stiamo parlando proprio dell'anglo-canadese direttore di Brera, che oltre ad essere architetto, museologo e manager culturale, da anni trova il tempo anche per coltivare una sua grande passione: scrivere libri per ragazzi, convinto, come già pensava Bruno Munari, che i giochi e passatempi dei bambini, in apparenza banali e semplici, siano in realtà serissimi. «Trovare tempo è la sfida la più importante», dice. «Scrivo spesso sull'aereo, sul treno e in vacanza: è una forma di relax». La storia di Emma si ispira alla leggenda orientale del Baku blu, mitico divoratore di sogni, qui deliziosamente rivisitato da un Bradburne che non ti aspetti: «Sono il più grande di sei figli e sono sempre stato colpito dalla lettura a voce alta ai bambini. Oltre trent'anni fa ho cominciato a scrivere per i ragazzi, spesso figli dei miei amici. Ho incontrato per la prima volta il Baku nel 1985 mentre viaggiavo in Giappone. Quando la figlia di 9 anni del mio amico compositore Bruce Adolphe ha letto la storia ha voluto a tutti i costi che il padre scrivesse un'opera ispirata al racconto, e io scrissi il libretto». Detto fatto, pochi anni dopo vede la luce Il giardino notturno, prima diffuso solo tra i più intimi, poi uscito nella raccolta Leo e il mostro Ingarbuglio (Alias 2010), ora in procinto di essere ripubblicata per Brioschi Edizioni Valentina (in autunno, illustrato da Chiara Sacchi). Nella trama si fondono stupore, meraviglia, scoperta dell'altro: Emma è una bambina di 8 anni, di indole solitaria. La notte è di quelle agitate, perché il giorno dopo c'è un importante esame di matematica. Ma quando nel sonno le appare il tapiresco Baku blu, tutto prende una piega magica e surreale. Baku è in difficoltà: c'è un incubo che proprio non gli va giù. Finché Emma comprende quanto quella strana dieta a base onirica renda difficile l'esistenza della creatura blu. C'è anche una morale: il Baku, nonostante la fame, capisce che non può mangiare i sogni più belli della piccola. Un impegno, quello di Bradburne, che non è solo evasione, ma si inserisce nel programma culturale di Brera: «Per me il pubblico delle famiglie è fra i più importanti, scrivere per loro fa parte della missione principale del museo. Sto già scrivendo una trilogia di racconti per Brera, di cui la prima puntata, Tutta colpa della giraffa, è uscita lo scorso anno. Adesso, con il sostegno della Fondazione Berti, stiamo scrivendo la prima guida per famiglie a Brera. Vogliamo far conoscere Brera come un luogo family friendly e accessibile a tutti.

Ci dobbiamo ricordare che lavoriamo per le famiglie e anche per i giovani: perché le porte della cultura dovrebbero chiudere quando due giovani decidono di avere un bambino?».

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