Cronaca locale

Quel tunnel da 200 milioni che ora non serve a nulla

Quel tunnel da 200 milioni che ora non serve a nulla

Il tunnel di Gattamelata non è esattamente uno di quei gioiellini urbanistici di cui Milano va fiera. L'opera si farà (in ritardo e solo in parte) ma, tutto sommato, si poteva anche non costruire. Questa l'impressione che serpeggiava anche ieri tra la cinquantina di curiosi che si sono prenotati per un sopralluogo assieme ai tecnici.
Il primo a rendersene conto è l'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran: «Ha perso qualsiasi utilità da oltre 15 anni, ma non è mai stato fermato da nessuno. Tecnicamente è anche bello, ma la città sopra è cambiata rispetto a quando è stato progettato».
Il progetto del tunnel risale all'epoca di Gabriele Albertini. E allora l'idea di costruire un sottopassaggio tra gli svincoli autostradali in zona Portello aveva un senso. Lì c'era la Fiera, c'era un quartiere residenziale e c'era tutto il traffico d'ingresso in città che si riversava in una sorta di imbuto. Il tunnel per il collegamento di via Gattamelata e viale De Gasperi rientrava nelle opere previste nel «Progetto Portello», sottoscritto nel 2000, e aveva lo scopo di dare un accesso privilegiato di mezzi commerciali e privati nei parcheggi della Fiera.
Poi la Fiera ha traslocato e si è ingrandita a Rho-Pero e, di fatto, il sottopassaggio ha perso gran parte del suo significato. In parecchi hanno detto: «Non serve più». A rilento, molto a rilento, si era deciso di proseguire. Il sindaco Letizia Moratti, che nel 2009 aveva ricevuto 24 milioni di nuovi finanziamenti dal governo, ci aveva creduto per poter liberare dal traffico tutta l'area verde del Monte Stella. In teoria i cantieri avrebbero dovuto terminare nel 2010 ed i lavori avrebbero dovuto costare 62 milioni di euro. Negli anni le spese sono più che triplicate, arrivando a quota 200 milioni. Il progetto è stato rivisto per sei volte e i costi sono lievitati. Fino a che l'azienda costruttrice (la ex Salini-Locatelli, oggi impresa Claudio Salini) ha bloccato i lavori a maggio, chiedendo 80 milioni in più. Oggi si è arrivati a realizzare solo parte del tunnel ma senza crederci. Non solo. La telenovela urbanistica avrà il suo epilogo in Tribunale, dove è in corso il contenzioso tra l'impresa costruttrice, il Comune di Milano e Mm, che segue il progetto per conto di Palazzo Marino. Ieri, al sopralluogo, erano infatti presenti anche il direttore generale di Metropolitana Milanese Stefano Cetti e il direttore Costruzioni e Infrastrutture Roberto Stefani. L'opera, ha ricordato l'assessore Maran, resterà in parte incompiuta «perché il secondo lotto, che riguarda il tratto tra via Gattamelata e Largo Domodossola con ingresso in City Life non è mai stato finanziato negli anni passati, né mai sarà finanziato».
Previsto invece per dicembre il completamento del primo lotto (il tunnel tra via De Gasperi e Gattamelata) i cui lavori sono iniziati nel 2006. Se non altro, il tunnel porterà qualche beneficio: attenuerà l'effetto traffico per i futuri inquilini del complesso residenziale di City Life, rendendo più tranquillo il quartiere. Magra consolazione, visto la portata dei finanziamenti pubblici.

Per mettere una pezza all'opera in cui non crede più, il Comune di Milano ha anche pensato di utilizzare gli spazi in modo diverso, ad esempio come deposito per le auto sequestrate dai vigili.

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