Cronaca locale

"Una realtà criminale ben strutturata Inutile ogni sforzo se non la fermiamo"

"Una realtà criminale ben strutturata  Inutile ogni sforzo se non la fermiamo"

Oscar Strano, presidente del Consiglio del municipio 4, lei le conosce bene: come si vive alle Case bianche di via Salomone?

«Si vive in un clima di tensione fra gli stessi inquilini. Senza tranquillità, dalle 22 alle 2 notte orde di ragazzi dai 10 ai 25 anni sono fissi sotto i portoni. Da un certo orario in poi scatta il turno dello spaccio, anche pericoloso».

Sui lavori ci sono impegni.

«Riconosco ad Aler un impegno non scontato. Sono stati sistemati i portoni, installati i citofoni e sulle infiltrazioni, cosa da cui nasce l'intenzione di rifare le facciate».

Si può recuperare la situazione?

«In astratto investire soldi su quelle case è uno spreco, l'idea su cui sono state concepite va ripensata. Ma trasferire 400 famiglie è difficile. Poi chi fa politica sa che le risorse sono scarse, quindi l'unica strada è quella che sta seguendo Aler».

La sicurezza è il problema oggi?

«Hanno installato le telecamere, speriamo che servano, ma ci sono condizioni adatte al proliferare di illeciti. Mancano cancelli, molti portoni non hanno serratura. Servono interventi strutturali. Per fare una recinzione esterna sarebbe necessario portare gli impianti fuori? Valutiamo una soluzione come quella di Ponte Lambro».

Ci sono traffici e fenomeni di prostituzione in quei locali? Si può parlare di un racket?

«È un fatto, soprattutto nei monolocali. Ci sono presenze aggressive, minacce, le persone hanno paura a esporsi. Esiste un sistema ben studiato che ha in alcune famiglie il fulcro. Famiglie note e radicate anche oltre le Case bianche, collegate a insediamenti abusivi. Una realtà criminale strutturata».

La gente è rassegnata o spera?

«C'è stato un barlume di speranza grazie al Papa, per 24 ore. Dopo, un clima di disillusione che ancora c'è. Un signore del comitato, quando ho dato notizia degli interventi Aler, ha detto ce le possono fare anche d'oro le facciate, se non ci liberiamo di queste presenze. Tanti fanno tanto, la parrocchia è determinante, la Caritas, c'è un progetto comunale, ma dico: l'assessore al welfare indirizzi qui risorse. Servono scuole aperte, educatori, per i bambini che lasciano la scuola».

Avranno le giuste opportunità?

«Io vedo un vuoto di formazione, opportunità e progetti di vita, anche nei genitori. E tendenza all'autodistruzione.

Vorrei capissero che studiare fa vedere la vita in modo diverso dalle quattro mura delle Case bianche».

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