Cronaca locale

"Il reddito M5s affonda le imprese del Nord"

La manovra economica del governo gialloverde è un suicidio per il presidente di Confartigianato

"Il reddito M5s affonda le imprese del Nord"

Sull'economia si allunga l'ombra della recessione, intanto mezzo governo blocca le infrastrutture e il Sud sta per essere inondato da una pioggia di sussidi finanziati per lo più dalle regioni settentrionali. Intanto l'immagine di Roma è sepolta sotto una montagna di rifiuti. Da termovalorizzare, ovviamente al Nord.

In questo quadro Milano si prepara a giocare da capitale non solo la sfida olimpica, ma anche quella dell'autonomia. E se questa autonomia non sarà reale, il 2019 rischia di essere l'anno in cui si riapre la questione settentrionale. Il governatore Attilio Fontana ha ben presente la sfida, tanto da aver apertamente legato a questo dossier le possibilità residue di sopravvivenza del governo. E al Pirellone si pensa a un nuovo consiglio regionale sul tema. Ma è l'intero centrodestra lombardo che chiede l'autonomia, come chiede il via libera alle infrastrutture e un cambio di rotta sulle politiche economiche.

Sono le stesse istanze del mondo produttivo. In pieno braccio di ferro del governo coi mercati e con l'Europa. E, nell'occasione più solenne - l'assemblea alla Scala - il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi aveva svolto un'orgogliosa rivendicazione della cultura d'impresa, manifestando «forte delusione» per la manovra di bilancio. Nella base imprenditoriale quella delusione è rimasta. Due giorni fa, dopo aver confermato i rischi di recessione, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha criticato il reddito di cittadinanza e l'intera manovra («voto 5 meno meno») anche se ha dato atto al governo di aver «corretto alcune cose». Di alcune correzioni dà atto anche Eugenio Massetti, presidente di quella Confartigianato lombarda che il 13 dicembre alla Fiera ha dato vita a un grande evento («Quelli del sì») per dire «sì alla crescita e alla creazione di sviluppo e lavoro». Alcune richieste sono state esaudite. Per esempio «la deducibilità dell'Imu di capannoni è passata dal 20 al 40%» e sono stati ridotti i premi Inail, «anche se speravamo un po' di più». «Sono piccole cose - riconosce - che vanno nella direzione giusta». Ma Massetti mette il dito nella piaga: «Sull'autonomia - dice - non stiamo vedendo grandi risultati, col rischio che quella che firmò Maroni diventerà alla fine solo cessione di deleghe senza risorse. Ma non va bene - dice Massetti - il fatto che le risorse debbano essere trovate sul territorio, magari con l'aumento delle tariffe comunali. Noi siamo convinti che l'autonomia differenziata porti anche lavoro, e vantaggi che la manovra non ha portato, o meglio non abbastanza per un Paese che voglia investire sul futuro e sul lavoro». Un'autonomia di facciata non basterebbe: «Quasi certamente non sarà quella chiesta nel 2017, sarà ben diversa - avverte Massetti - e sarebbe una presa in giro». Gli indizi per il presidente di Confartigianato non mancano. «Il governo - dice - ogni giorni ci dà delle sorprese. Una parte - ricorda - ha vinto le elezioni dicendo no alle infrastrutture. Su ogni partita cede, un po' su tutto. Se questo è l'andazzo, vuol dire che le infrastrutture si faranno, ma noi vorremmo un sì convinto, le infrastrutture sono indispensabili per portare i nostri prodotti in giro per il mondo e ci dispiace che debbano essere oggetto di ricatti e contratti. Noi non stiamo elemosinando».

Il rischio è di un'Italia divisa in due. Con un Nord produttivo che deve dare battaglia per poter fare impresa, ma intanto ha la sensazione di pagare per tutti. «Temo che si stia cercando di dividere il Paese per feudi elettorali - avverte Massetti - Ma l'Italia è forte se unita e cammina tutta con lo stesso passo, con risorse diverse. Noi vorremmo che le Regioni meridionali fossero eccellenze come Lombardia e Veneto.

Il reddito di cittadinanza mortifica il lavoro anziché esaltarlo, la mia paura è che per interessi politici si stia dividendo il Paese».

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