Cronaca locale

«Referendum anti moschea in zona 8»

Quartiere in subbuglio: assemblea con 300 persone. Il Pd: no a mega progetti, Forza Italia: consultare i cittadini

«Referendum anti moschea in zona 8»

La protesta di Lampugnano è partita e non si ferma. Tutti schierati contro il bando di Palazzo Marino che prevede di destinare a luogo di culto tutta l'area ex Palasharp. Il centrodestra boccia tutto il piano del Comune, i 5 Stelle sono contrari perché è stata negata la partecipazione dei cittadini, mezza sinistra avanza forti contrarietà per l'impatto previsto sul traffico. Tutte istanze che emergono dal quartiere. Così per giovedì prossimo è stata convocata una seduta straordinaria del Consiglio di zona. Due giorni fa, intanto, per parlare di questo e dei concerti di «Citysound» a Montestella, trecento persone si sono riunite in assemblea con Enrico Fedrighini verde e presidente di commissione Ambiente e Mobilità (ex consigliere comunale e portavoce del comitato referendario «Milanosìmuove»). «Spero che venga fuori una proposta che rimandi al mittente la delibera» spiega Fedrighini: «Il primo documento della zona è stato disatteso da Majorino e non c'è stata nessuna analisi sull'impatto che avrà una struttura destinata ad accogliere un'utenza molto vasta». Fedrighini parla di un «disastro territoriale» e fa un appello all'unità dei contrari: «Se prendiamo tutti una posizione comune - dice - si apriranno strade e soluzioni che nessuno sta valutando. Troviamoci su questo e qualcuno dovrà rivedere le sue posizione». Punta a «una nuova localizzazione».

Per anni era stato detto che il quartiere aveva ben recepito la scelta del 2008 di dirottare nella tensostruttura di Lampugnano la preghiera del venerdì del centro di viale Jenner. E la giunta ha puntato su questo per inserire nel bando comunale l'area del Palasharp, per la quale il coordinamento dei centri islamici aveva fra l'altro presentato un mega progetto con sale preghiere, biblioteche e servizi. Dal Consiglio di zona era arrivata l'unanime richiesta di non superare i 1.500 metri. E il bando del Comune ha sollevato un coro di no nel quartiere, anche perché la giunta è stata accusata di aver eluso il problema, con un previsione un po' cervellotica per cui si prevede 5mila metri di area edificabile e si fissa a mille il limite del «principale spazio di preghiera».

Angelo Dani, vicepresidente di zona e presidente di commissione, spiega: «La posizione della Zona è favorevole a più luoghi di culto in città, di dimensioni contenute». «Quindi non il luogo di culto ma un luogo di culto, che si deve affiancare ad altri già previsti». La preoccupazione - ricorda - nasce «dal degrado attuale dell'area». Ha a che fare con questioni urbanistiche anche il no del Movimento 5 Stelle, «ma soprattutto con la mancata partecipazione» spiega il consigliere Stefano Limido, che ha chiesto con gli altri la convocazione di un Consiglio ad hoc.

L'opposizione è sul piede di guerra e a giorni i gruppi del centrodestra dovrebbero fare il punto sulle iniziative da prendere. «Sentiamo cosa dirà la maggioranza - spiega Claudio Consolini, capogruppo di Forza Italia - noi chiederemo che si faccia una consultazione nei quartieri limitrofi, il QT8 e il Gallaratese. Vogliamo vedere se la maggioranza intende tenere così poco in conto i cittadini». «La Zona ha deliberato di chiedere alcune modifiche al Comune e non sono state concesse. Se la maggioranza si dimostrerà arrendevole - aggiunge Consolini - chiederemo le dimissioni dei presidenti di commissione che hanno seguito la vicenda». Che tra le varie ipotesi ci sia anche un referendum in zona lo conferma anche il capogruppo della Lega Enrico Salerani: «La mozione è stata disattesa - dice - sentiamo cosa propone ora la maggioranza e poi decideremo valutando insieme».

Cauto il presidente di zona Simone Zambelli, cui il bando nella formulazione attuale potrebbe anche andar bene: «Leggendo il capitolato - spiega - si vedono delle differenze rispetto alla prima versione per le dimensioni, ne terremo conto così come dell'opinione dei cittadini di Lampugnano».

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