Cronaca locale

La Regione ci riprova Ma il progetto ronde scatena l'ira dei vigili

Il Pirellone studia una riforma della polizia locale L'idea dei volontari nelle strade non piace ai ghisa

Ronde, Maroni ci riprova e rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta. La «Disciplina regionale dei servizi di polizia locale e promozione di politiche integrate di sicurezza urbana», sul tavolo dell'assessore alla Sicurezza del Pirellone Simona Bordonali (Lega) sta scatenando la guerra dei sindacati di polizia locale. Tra gli articoli più contestati, appunto, il 28 («volontariato e associazionismo per la sicurezza urbana») e 29 («attività di collaborazione tra polizia locale e soggetti di vigilanza privata»). Il progetto di legge (andrà in commissione settimana prossima) punta a integrare l'attività dei ghisa nel controllo del territorio con associazionismo e vigilantes. Ma le ronde, o «guardie padane» introdotte dall'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni nel pacchetto sicurezza 2008-09, non erano state in parte bocciate dalla Consulta (sentenza 226/2009)?

Le associazioni di volontariato titolate a collaborare sono quelle che svolgono «attività di educazione alla convivenza, rispetto della legalità, mediazione dei conflitti e aiuto alle vittime di reato». L'ambito di azione? «Supporto al presidio del territorio». Una mossa che non è piaciuta alle organizzazioni sindacali, anche se l'assessore alla Sicurezza assicura di «aver ricevuto il plauso della maggior parte delle sigle». «Chi sono questi volontari? chi li controlla? Il presidio del territorio è una delle specificità della polizia locale» spiega Daniele Vincini, segretario regionale Sulpm. Simona Bordonali fa notare come «molte di queste associazioni collaborino già con le amministrazioni, come quella dei poliziotti in pensione, che prestano servizio davanti alle scuole per far attraversare bambini e famiglie». Come a Milano. «Meglio non distogliere gli agenti da compiti più specifici quando possono essere sostituiti da associazioni di volontari, ovviamente non pagate, e che hanno seguito corsi di formazione».

A far infuriare ancora di più la categoria, che il 10 marzo sarà sotto il Pirellone a protestare, l'articolo 29, che «promuove la collaborazione tra le guardie giurate e la polizia locale per assicurare un'efficace forma di sostegno dell'attività di presidio del territorio». Tra le funzioni indicate dalla legge: «la tutela del patrimonio pubblico, la sorveglianza dei luoghi pubblici e la segnalazione di comportamenti di disturbo della quiete pubblica, situazioni di pericolo che richiedano interventi urgenti e tempestiva segnalazione a gli enti competenti». «Attenzione, così si va verso la privatizzazione della polizia locale - l'allarme lanciato da Sergio Bazzea, segretario provinciale Sulpm -. E con gli stessi fondi si potrebbero finanziare progetti specifici di polizia locale e pagare gli straordinari ai 9600 agenti in Lombardia». «Si tratta di attività di supporto alla polizia locale - replica Bordonali -. Quando ero al Comune di Brescia, per esempio, abbiamo dovuto usare le guardie giurate a controllo dei campi nomadi. Tante amministrazioni già lo fanno».

I vigilantes - mette le mani avanti l'assessore - si limiteranno alla tutela del bene pubblico: «Accoglieremo gli emendamenti che limitano le funzioni delle guardie».

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