Cronaca locale

La Regione vuole bloccare la mega moschea di Sesto

Lettera dell'ufficio tecnico per stoppare il piano. È l'edificio più grande del Nord Italia. Beccalossi: "Ci sono regole e valgono per tutti"

La Regione vuole bloccare la mega moschea di Sesto

Stop della Regione alla moschea. Uno stop importante, per due ragioni. Potrebbe essere il preludio di ciò che accadrà anche a Milano. E la moschea in questione, quella di Sesto San Giovanni, dovrebbe essere fra le più grandi del Nord Italia: 2.400 metri fra spazi di preghiera, biblioteca, ristorante e giardino. Il grande centro islamico dovrebbe sorgere in zona Restellone, per ospitare i tanti fedeli che a gran voce chiede una sistemazione definitiva dopo aver pregato a lungo nella sede di via Tasso, vicino alla stazione.I musulmani di Sesto sono a un passo dal veder costruita il loro centro, con cupola e minareto d'oro. Sull'area hanno già tirato su un capannone prefabbricato che funge da sede provvisoria in attesa che in via Luini sia completata la bonifica. Intanto il 22 ottobre si è riunita in Comune la Conferenza dei servizi che ha dato l'ultimo ok. Ora però le cose potrebbero cambiare. Martedì dal «Pirellone» è partita una lettera. Gli uffici dell'assessorato all'Urbanistica pongono ai colleghi del Comune due domande semplici, la cui risposta è carica di effetti: la Regione chiede se il progetto del centro islamico ricada nelle definizioni di edificio di culto o attrezzatura destinata a servizi religiosi. Poi chiede quale sia il rapporto tra l'edificio di culto e la pianificazione urbanistica comunale. Questioni tecniche? Sì ma facilmente traducibili, visto che viene citata una «vecchia» legge regionale, la 12 del 2005. La legge 12 prevede che la realizzazione di nuovi luoghi di culto debba essere prevista negli strumenti urbanistici vigenti La Regione, insomma, vuole sapere se la moschea sia espressamente prevista nei piani urbanistici di Sesto. E se non lo fosse si aprirebbe un problema. «In Lombardia - spiega l'assessore all'Urbanistica Viviana Beccalossi - esistono regole chiare e precise, recenti e passate, che non lasciano spazio a interpretazioni e a buonismi tipici della sinistra. Regole che dovranno essere seguite anche per la moschea di Sesto San Giovanni e per quella che il sindaco Pisapia vuole realizzare a Milano». L'assessore fa riferimento alla cosiddetta «anti-moschee», la cui applicabilità per iter già avviati o conclusi (come Sesto) è oggetto di un'ulteriore diatriba. «Qualcuno si altera se questi provvedimenti vengono chiamati leggi anti-moschee? - chiede - Io rispondo che le leggi lombarde valgono per tutte le religioni, compresa quella cattolica, anche se eventuali rischi connessi al terrorismo non possono essere di certo imputati a chi professa il buddismo o è un avventista del settimo giorno». Beccalossi rivendica la legge oggi al vaglio della Consulta. E a chi da sinistra la critica «per avere contribuito a ispirarla» dice: «Oggi più che mai sono convinta che non solo sia utile, ma necessaria. Nella direzione di garantire sicurezza ai cittadini».

«Oggi più che mai - conclude - deve prevalere il buonsenso, io sto dalla parte della gente comune e ritengo sia meglio prevenire che presenziare a funerali».

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