Cronaca locale

Renzi torna a fare passerella a Milano ma adesso Beppe lo tiene sulle corde

Il primo cittadino: «Scissione? Vedrò i programmi e poi giudicherò»

Renzi torna a fare passerella a Milano ma adesso Beppe  lo tiene sulle corde

Mancavano due mesi e mezzo allo «tsunami» del referendum, che ha travolto il Pd fino alla scissione, quando Matteo Renzi da premier è venuto ad inaugurare la Fashion Week milanese. Il 21 settembre il segretario (dimissionario) del Pd ha fatto una passerella nella Milano che ora cita il modello da cui ripartire e tra dopodomani e lunedì, quasi alla fine della settimana della moda, farà una full immersion di incontri in città. Si ri-comincia domenica dal salotto di Fabio Fazio a Che tempo che fa, e dagli studi Rai di corso Sempione dovrebbe raggiungere i militanti e volontari dei circoli Pd per un incontro pubblico (il primo dopo il viaggio in California, quello in cui potrebbe lanciare la sua mozione per le primarie), probabilmente all'Ortica, sarebbe il poi si vocifera di una cena molto tardi con esponenti della Milano che conta, e non è escluso che sia presente il sindaco Beppe Sala. Lunedì Renzi dovrebbe partecipare alla messa in ricordo della direttrice di Vogue Franca Sozzani, scomparsa lo scorso 22 dicembre, organizzato in Duomo nell'ultima giornata della Fashion Week. Da lì si trasferirà a Cernusco sul Naviglio per visitare il cantiere della scuola che aprirà a settembre in via Goldoni con il sindaco uscente Eugenio Comincini e il prossimo candidato del Pd a Cernusco, Ermanno Zacchetti.

Renzi è continua a citare il «modello Milano» e si trova ora costretto a corteggiare l'ex sindaco Giuliano Pisapia (con cui si è visto nei giorni scorsi) e il suo Campo Progressista che ha fondato per dare «un luogo a chi ha perso una casa politica») e Sala con cui i rapporti si sono raffreddati. L'ex manager Expo è stato il primo, a capodanno, a consigliare a Renzi di «saltare un giro e non ricandidarsi alle Politiche». Il sindaco ieri ha puntualizzato che «il modello Milano è fatto da tanti, non solo dal Pd che ha avuto la sua parte ma il centrosinistra, ormai, governa da sei anni e governa bene». La scissione del partito «è stata un fatto non positivo, non c'è alcun dubbio, ma alla fine, quando capisci che le cose diventano irrisolvibili, meglio fare in fretta e ripartire. È anche presto per dare giudizi». Ma non si sbilancia sull'eventuale appoggio a Renzi: «Credo che il punto non sia tanto guardare chi ti sta simpatico o atteggiamenti fiduciari tout court, io voglio vedere i programmi, cosa dirà Renzi, cosa diranno gli altri, perché da questo nascerà anche il mio giudizio, e da quanto Milano si riconoscerà negli uni e negli altri». Sul voto ribadisce che sarebbe stato meglio aspettare a scadenza naturale del 2018, ma ho dubbi che succederà ormai. Ripercussioni della scissione su Milano? Sembrerebbe di no, poi di mese in mese le cose cambiano quindi bisogna tenere le antenne alzate». L'assessore Pd Pierfrancesco Majorino dà una lezione a Renzi: «Fa bene - premette - a citare il modello Milano, ma qui ha voluto dire rispettarsi, nel centrosinistra e tra posizioni diverse.

Alle primarie io sosterrò Andrea Orlando, mi piace l'idea di battere Renzi».

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