Cronaca locale

"Rho, per i pentiti i clan calabresi ancora attivi"

Analisi del ruolo dell'ndrangheta nel nord ovest Milanese dopo le rivelazioni di Oliverio

"Rho, per i pentiti i clan calabresi ancora attivi"

Dal tempo delle migrazioni dal meridione al settentrione industriale, agli ultimi arresti che hanno gettato l'ombra della ndrangheta sul Comune di Rho. L'arrivo e la diffusione dei clan calabresi nell'hinterland di Milano dura da decenni e una seduta congiunta tra la commissione comunale antimafia e l'omologa regionale ha provato a ricostruirla nel palazzo podestarile della cittadina.

Un paese che dal 1881 al 1971 ha visto crescere la sua popolazione da settemila a 47mila persone grazie al boom industriale. E che negli anni 60 ha conosciuto i primi ndranghetisti, giunti insieme ai migranti dell'epoca.

Ma i morti e gli arresti non sono mai cessati, come riassunto da Yasmine Bale, a capo della commissione comunale e relatrice apprezzata anche da Gian Antonio Girelli, suo parigrado in Regione. Nella lunga storia che lega Rho alla mafia calabrese ci sono molti cognomi di clan noti, come Mazzaferro, Mancuso e Arena, ma anche quelli di ex consiglieri comunali come Addisi. Luigi Addisi in particolare è stato citato più di una volta nella seduta a Rho: l'arresto dell'ex consigliere comunale del Partito democratico ha segnato la politica di zona. Ai politici ci sono da aggiungere i fiancheggiatori presenti nei paesi vicini come Arluno, dove pochi giorni fa è stata colpita una delle ndrine locali dell'organizzazione.

«Gli ultimi 36 arresti dell'operazione Sixtown del 2016 sono il motivo per cui siamo qui - ha spiegato Bale - anche se le accuse del pentito Francesco Oliverio sono molto recenti e tutte da provare». Oliverio ha infatti parlato di protezioni che i clan avrebbero avuto dai vigili e dalla politica rhodense.

«Oliverio, cresciuto e residente da molti anni a Rho, in diversi importanti processi sta aiutando i magistrati a comprendere meglio dove e come si muovono le locali sui nostri territori. Un paio di mesi fa al processo Aemilia durante una sua deposizione ha dichiarato che quando era a capo della 'ndrina rhodense beneficiava dell'aiuto della politica locale e della polizia municipale - ha raccontato Marco Tizzoni, consigliere regionale della lista Maroni Presidente -. In quegli anni Oliverio era intestatario o aveva partecipazioni in diverse attività commerciali: un ristorante, un'impresa edile e altro. Oggi è ancora titolare dell'impresa edile e il ristorante, in centro città, lo ha intestato alla figlia. Per questo ho chiesto e continuo a chiedere alla presidente Bale l'audizione del capo dei vigili e del responsabile dello sportello attività produttive».

«Il momento più delicato per combattere la malavita è la compilazione delle liste elettorali - spiega Pietro Romano, sindaco Pd di Rho-.

Quindi non è una questione amministrativa, ma politica».

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