Cronaca locale

«Riaprire i Navigli? Città con più charme e canali da navigare»

Il critico: «Idea molto positiva, è il mio sogno Milano riacquisterebbe il fascino perduto»

Marta Bravi

Gillo Dorfles, critico d'arte, pittore, intellettuale, lei è nato a Trieste ma è venuto a Milano quando aveva diciotto anni per studiare medicina. A Milano poi ha passato tutta la sua vita. Che cosa ne pensa della proposta del sindaco Beppe Sala di riaprire la Cerchia dei Navigli?

«Anche se un'idea un po' azzardata dati i problemi che deriverebbero alla circolazione ritengo che in fondo sarebbe un'idea molto positiva».

Quali i vantaggi?

«Penso soprattutto all'aspetto esterno e pittoresco della città, che è andato perduto con la chiusura dei canali cittadini. Quindi credo che sarebbe senz'altro possibile riaprire alcuni dei Navigli, soprattutto quelli che fanno capo a porta Genova. È un po' il mio sogno».

Com'era Milano con l'acqua?

«Bisogna tenere conto anche delle due Darsene, sopratutto di quella in centro, una era San Marco, l'altra era a Porta Genova. San Marco era una cosa completamente diversa da oggi perché c'era un grande specchio d'acqua che svelgeva tutte le funzioni dello specchio d'acqua».

Cioè?

«Mi ricordo, per esempio, di averlo navigato facendo qualche gita in barca. Il Naviglio passava accanto alla chiesa di San Marco poi correva giù per via Fatebenefratelli e via Senato all'angolo con corso Venezia proprio dove abitava Filippo Marinetti. Quella zona ha perduto completamente le sue caratteristiche».

Come si presentavano i Navigli negli anni Trenta?

«Io ricordo benissimo i Navigli perché quando sono arrivato a Milano per studiare all'università i Navigli funzionavano in pieno: per esempio accanto a Porta Venezia, dove si trovava l'abitazione di mio zio materno scorreva l'acqua».

Che funzione avevano i canali?

«Milano era un borgo e ha mantenuto un po' questa caratteristica: è un insieme di edifici importanti accostati alla rinfusa, almeno prima il Naviglio faceva da trait-d'union tra le grandi aree della città». Cosa comporterebbe riaprire i canali?

«Facendo le cose con una certa grandiosità questo vorrebbe anche dire ristabilire la circolazione nautica della città, che una volta esisteva in pieno perché si arrivava da Pavia con il Naviglio fino a Porta Genova, era il Naviglio Pavese. Quindi credo che facendo le cose con precisione sarebbe possibile riaprire la via nautica da Pavia a Milano con tutti i vantaggi della cosa».

Quali difficoltà incontrerebbe il progetto?

«Naturalmente questo vorrebbe dire trattenere aperti questi corsi d'acqua, con tutte le difficoltà connesse al rifornimento di acqua, alla corrente».

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