Cronaca locale

«Riaprire i Navigli? Farà volare l'Irpef e il prezzo delle case»

Boatti, coordinatore del comitato scientifico: « Circa 406 milioni di costi, 994 di benefici»

La riapertura dei Navigli farà volare l'Irpef e il valore delle case. A fronte di 406 milioni di euro di costi per scoperchiare i vecchi canali interrati - 7,5 chilometri di tracciato da via Melchiorre Gioia passando per San Marco, Fatebenefratelli, Sforza, fino al parco delle Basiliche - la stima dei benefici collettivi «si aggira intorno ai 994,8 milioni: 826,8 milioni per gli effetti del miglioramento della qualità urbana e 168 per incremento di redditi». Ne sono convinti Antonello Boatti e Marco Prusicki, presidente e membro del Comitato Scientifico creato dal sindaco per approfondire lo studio di fattibilità sulla riattivazione del sistema complessivo dei Navigli e della sua navigabilità consegnato nel 2015 al Comune. Beppe Sala ha promesso di sondare i milanesi con un referendum sul progetto entro fine anno. E Boatti e Prusicki, in un intervento pubblicato dal settimanale on line cultura Arcipelagomilano.it, hanno presentato («a titolo personale» precisano) un calcolo dei costi-benefici per la città.

Si parte dai costi. La stima per realizzare 45 tratti omogenei dell'opera, comprensiva degli oneri, secondo gli esperti «è di 406,9 milioni. Gli oneri fiscali e finanziari dipenderanno in larga parte dalle modalità di esecuzione dei lavori». E precisano che il 25% del costo complessivo (circa 100 milioni) «è riferibile a lavori stradali, di illuminazione e arredo urbano che andranno a diminuire l'incidenza nel Bilancio comunale delle normali opere di manutenzione in quegli ambiti». I benefici? Intanto, «la città diventa più vivibile, bella e attrattiva per tutti. É stato riconosciuto anche dal Consiglio Regionale che il 4 aprile ha deliberato (all'unanimità, con l'astensione del M5S) una mozione che impegna la giunta a promuovere in tempi certi un Protocollo di Intesa con il Comune, dichiarando la riapertura dei Navigli un'opera strategica regionale».

Boatti e Prusicki ammettono che quantificare i benefici collettivi, mettendoli a confronto coi costi, «è un'operazione complessa», ma raccolgono la sfida. Il miglioramento ambientale e della qualità urbana è stato stimato prendendo in considerazione il maggior prezzo che la domanda di mercato è disposta a pagare per un immobile localizzato nelle aree coinvolte dalla trasformazione urbanistica rispetto al prezzo di un immobile simile in tutte le altre caratteristiche. Di pari passo, «è stato possibile stimare con buona approssimazione l'aumento di attività economiche locali, e dunque di redditi, che l'investimento complessivo genererà». Attraverso i vari indicatori, si arriva quindi a quel rapporto di 406,9 milioni di costi e 994,8 di benefici collettivi. Immaginano anche gli impatti sul traffico: non negativi. «Il Piano Urbano della Mobilità ha previsto lo scenario con riapertura dei Navigli senza indicare peggioramenti delle condizioni del traffico, anche perché tutti gli attraversamenti della Cerchia e di via Gioia saranno operativi anche a Navigli riaperti con ponti a raso, mantenuti alle quote attuali». Il progetto peraltro «potrà essere finanziato anche con risorse private: donazioni di enti e società, sponsor, azionariato popolare». Gli esperti lanciano una provocazione finale. Un calcolo «da padri di famiglia». Rinunciando «a un caffè al giorno o lasciandone uno sospeso in un anno i milanesi sopra i 14 anni (1.170.055) raccoglierebbero 427.070.075 euro.

Potrebbero finanziarla anche da soli».

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