Cronaca locale

Riaprire i Navigli, la nuova scommessa di Sala Disagi e costi: ai milanesi non tornano i conti

Un investimento da 400 milioni e c'è chi rilancia proponendo nuove linee del metrò

Antonio Ruzzo

«Riaprire i Navigli? Io mi sono impegnato a farlo a febbraio. Bisogna garantire una continuità idraulica o prendere l'acqua dalla Martesana. Ma io sono troppo di parte, perché sulla riapertura dei Navigli ho scritto un libro e ci credo molto...». Ci crede il sindaco Sala. Lo ha sempre detto e l'ha ribadito un paio di giorni fa nella diretta Facebook rispondendo alle domande dei milanesi che gli antichi canali asfaltati dal Duce andrebbero riscoperti. In tutti i sensi. Progetto sì, progetto no con un referendum che piace anche alla Regione che incombe ma qualche dubbio sull'utilità di un'operazione non semplicissima c'è.

«Certo, il ripristino renderebbe più piacevoli e romantici molti scorci del centro ma non aggiungerebbe servizi, non servirebbe a migliorare la mobilità se non a mettere definitivamente al bando...» s'interrogano molti milanesi. E ancora: «Giusto aprire altri cantieri che si aggiungerebbero a quelli delle metropolitane e che metterebbero a dura prova una mobilità già complicata per chissà quanti altri anni ancora?». Dubbi. Paure più che legittime che però dagli Uffici di Palazzo Marino si tende a stemperare. Perché come ha spiegato giorni fa uno dei responsabili del progetto, il professor Antonello Boati, proprio perché già sono aperti i cantieri della M4 i lavori sarebbero meno complicati e perché si potrebbe decidere per un'apertura dei Navigli non integrale ma solo in alcuni tratti. Insomma l'idea c'è ma bisogna lavorarci, discuterne, metterla bene a punto.

Un po' come da lustri succede con il ponte sullo Stretto... Anche se qui sembra sia tutto più semplice, più fattibile. Anche se c'è chi, a livello politico, è pronto a mettersi di traverso visto che per riscoprire i vecchi canali servirebbe un investimento di oltre 400 milioni, euro più euro meno. Che non sono pochi e che, magari, potrebbero essere utilizzati per altre emergenze, dalle periferie alle case popolari. Retorica populista? Forse. Però neanche tanto se si considera che tra i detrattori è ampio il fronte di chi sostiene che disagi e sacrifici val la pena di farli se dai cantieri sbuca poi una nuova linea del metrò, forse meno se si tratta di un'opera estetica. Ma forse non è solo un'opera di maquillage. La riapertura dei Navigli sarebbe infatti l'atto finale di una politica cominciata dalla giunta Pisapia per la definitiva messa al bando del traffico a motore nella Cerchia dei navigli.

Un progetto che il Comune vuole portare in Europa come vera opera pubblica per ridurre gli effetti negativi prodotti dal traffico e dalla velocità dei veicoli e dello smog.

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