Cronaca locale

Rimborsi facili, nuovi guai per Pdl e Lega

Rimborsi facili, nuovi guai per Pdl e Lega

E con questi ultimi fanno tredici. Tredici ex consiglieri regionali finiti nel mirino della Corte dei conti per i cosiddetti «rimborsi facili». E sale anche il computo totale del presunto danno erariale a carico dei contribuenti, che raggiunge così il milione di euro. Ieri, infatti, da via Marina sono partiti altri sette inviti a dedurre per altrettanti politici che sedevano nel parlamentino del Pirellone tra le fila del Pdl e della Lega, già indagati della Procura con l'accusa di peculato, e che ora dovranno rispondere ai magistrati contabili.
Si tratta di Giulio Boscagli (ex assessore alla Famiglia e cognato dell'allora governatore Roberto Formigoni, Paolo Valentini (già capogruppo del Pdl), Antonella Maiolo, Giovanni Bordoni, Enio Moretti, Massimiliano Orsatti e Angelo Ciocca, ai quali viene complessivamente contestato un danno pari a 500mila euro per i rimborsi ottenuti nel periodo compreso tra il 2008 e il 2011 e nella prima parte del 2012, attraverso i gruppi consiliari, per spese che sarebbero state del tutto estranee al mandato politico e spesso palesemente attinenti a interessi personali del singolo consigliere. Dai ristoranti alle sigarette, dai videogiochi alle degustazioni di vini. Insomma, non esattamente «spese di rappresentanza istituzionale».
Quella di ieri è la seconda tranche del lavoro fatto dalla Corte. Circa due mesi fa, infatti, i magistrati contabili avevano inviato altri sette inviti a dedurre con cui venivano contestati altri 500mila euro di danni per rimborsi indebiti, e tra i destinatari dell'avviso di garanzia c'erano anche l'ex capogruppo del Carroccio Stefano Galli, la sua collega Luciana Ruffinelli, l'allora consigliera del Popolo delle Libertà Nicole Minetti e il suo compagno di partito Alessandro Colucci.
I magistrati di via Marina, dunque, stanno procedendo per tappe, e sulla scorta del fascicolo penale aperto ormai diverso tempo fa dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo.

E considerato che dell'intero emiciclo del Pirellone ben pochi consiglieri - a destra come a sinistra - non sono finiti sotto inchiesta, è assai probabile che nuovi inviti a dedurre saranno spediti nei prossimi mesi.

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