Cronaca locale

«Rischio invasione di presidi non lombardi»

Non sono tutti e 406 ma sono tanti da riempire l'atrio degli uffici di via Ripamonti. Sulla scala, dritto in piedi per farsi vedere bene da tutti c'è il direttore dell'ufficio scolastico regionale Giuseppe Colosio. «Ho fatto anch'io il preside per concorso - dice in modo che lo possano sentire anche quelli più lontani - So cosa vuol dire. So cosa significa l'investimento di risorse personali e di sacrifici familiari. Mi addolora tutto ciò ma sono determinato proprio per questo a non fermarmi». L'applauso è spontaneo e forte. Per oltre un'ora è stato bombardato dalle domande che i professori che hanno superato il concorso per dirigenti scolastici «congelati» dalla sentenza del Consiglio di Stato. Fino ad oggi non si sono fatti sentire ma ora cominciano a fare la voce grossa. Si sono organizzati, hanno un avvocato e stanno affilando le armi per le contromosse. Hanno vinto, per merito. Faranno a loro volta ricorso al Consiglio di Stato. «Il concorso non è annullato - li ha rassicurati Colosio - è solo interrotto e voi siete comunque quelli risultati idonei». La metà delle scuole della Lombardia comincerà l'anno scolastico senza preside e dunque «non è solo interesse vostro ma dell'intero sistema scolastico della Lombardia» insiste Colosio. L'ufficio scolastico regionale sta valutano varie ipotesi. Come la richiesta di accelerazione dell'udienza del Consiglio di Stato prevista per il 20 novembre. L'altra è di fare una perizia sulle famose buste, accusate di esser trasparenti dal centinaio di candidati che non ha superato il concorso. Intanto la paura è che il congelamento delle 355 nomine di dirigenti «lombardi» possa aprire i posti ad aspiranti dirigenti di altre regioni. Elena Centemero, responsabile scuola del Pdl mette in guardia contro la «mobilità interregionale». «Non accetteremo - avverte - che i posti vengano assegnati a chi ha vinto il concorso in altre regioni. Chiederemo al ministro di riconoscere il giusto lavoro di molti docenti e dimostrare così che il lavoro serio e onesto viene premiato». Anche Giuseppe Colosio nominando ieri 12 dirigenti della graduatoria di Trento aveva evidenziato che «oggi si apre a Trento domani chissà. Possiamo permetterci come sistema scolastico lombardo di mettere da parte i nostri dirigenti scolastici?» aveva buttato lì la domanda. Implicitamente una risposta arriva da uno dei partecipanti al concorso. Andrea Di Mario, 46 ani insegna da 11 italiano in una scuola tecnica a Roma. «Ho deciso di cambiare e venire qui in Lombardia perché notoriamente è all'avanguardia nel campo scolastico». Come lui ci sono centinaia di storie qui fatte di insegnanti con anni di lavoro alle spalle che per superare questo concorso hanno investito anni di studio e sacrifici e migliaia di euro spesi per i master. Un concorso basato sul merito e così è stato. «Ci abbiamo davvero creduto», commenta Amanda Ferrario, 39 anni insegnante di liceo con due lauree, scelta un po' come coordinatrice dai dirigenti idonei. Lei è terza in graduatoria. Ha studiato per anni per raggiungere questo risultato. Sveglia alle 5, studio fino alle 7, a scuola dalle 8 alle 14, niente vacanze, natali, ponti. Una storia non troppo diversa da quella di altre centinaia di «trombolombardi» come amaramente si definiscono. Alessandra Bertolini è corsa fin qui portandosi dietro i figli Daniele e Irene.

Per 12 anni manager commerciale, riciclata insegnante per amore della famiglia voleva mettere la sua professionalità a servizio della scuola.

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