Cronaca locale

La rom che insegnava l'arte del borseggio alla gang dei bambini

Condanata a 11 anni la trentunenne che aveva dato 36 diverse identità alla polizia

La rom che insegnava l'arte del borseggio alla gang dei bambini

Pendolare tra Roma e Milano come una businesswoman, a 31 anni - e con circa una quarantina di alias all'attivo - si era da tempo guadagnata la stima (per non parlare addirittura di una vera e propria reverenza) da parte di due delle comunità rom più importanti d'Italia: quella milanese di Baranzate e la capitolina di Tor de' Cenci. Diventando così una figura singolare di leader carismatico in quanto, come donna e soprattutto come nomade, rivestiva ormai da parecchi anni un ruolo unico nel suo genere. Mensura Hrustic, bosniaca, istruiva e in certo qual modo formava, infatti, come una sorta di «cattiva maestra» ma anche di punto di riferimento, i nomadi sotto i 13 anni, istradandoli a borseggiare turisti, anziani e disabili in stazione Centrale e in quella di Lambrate. I carabinieri della sezione «Catturandi» del comando provinciale di Milano, coordinati dal capitano Marco Prosperi e dal pm della Procura di Milano Adriana Blasco, l'hanno nuovamente arrestata e riportata a Rebibbia, appena poche ore dopo la sua ultima scarcerazione - durata sei mesi con l'accusa di furto con destrezza - per scontare stavolta 11 anni 9 mesi e 8 giorni di carcere, sempre in seguito a una serie di furti messi a segno tra il 2002 e il 2014.

Un ruolo decisamente atipico per una rom. Ancora più «speciale» perché single e senza figli e finita in manette per la prima volta nel novembre 2012, appena 16enne. Quindi assurta, attraverso un vero e proprio cursus honorum - agevolato anche grazie a una personalità volitiva e uno spiccato ascendente sui bambini.

Divisa tra un forte istinto materno e l'applicazione di una rigida disciplina, la Hrustic solo a Milano si occupava di una decina di bambini del campo nomade di Baranzate. Innegabile la sua bravura nell'indirizzare i minori a puntare persone con tempi di reazione lenti, come anziani e disabili, scovati in particolare sui treni regionali lombardi e alleggeriti di portafogli e borse. Altre vittime prescelte erano i turisti sudamericani, sempre provvisti di contanti o di numerosi traveller cheque, nonché viaggiatori di origine giapponese, coreana e cinese, che portano con loro apparecchiature fotografiche ed elettroniche molto sofistiche e quindi costose, rivendibili a prezzi interessanti.

A Roma i «bersagli» venivano selezionati alla stazione Termini tra i passeggeri o in luoghi come i Fori imperiali, la Fontana di Trevi, piazza Venezia e il Colosseo. Il bottino giornaliero si aggirava sui 3mila euro.

Nel novembre 2016 la stessa Hrustic che - nonostante il suo incarico ufficiale da «insegnante» non aveva perso il vizietto dei furti con destrezza messi a segno però solo con altri rom maggiorenni e mai con i bambini - era stata arrestata a Lambrate, insieme a una delle sue «colleghe».

Quest'ultima, il 5 aprile scorso, era tra le dieci nomadi incinte responsabili di aver accerchiato, durante il Salone del Mobile e alla fermata della metro «Buonarroti», una turista cinese per rapinarla.

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