Cronaca locale

Per il rugby la meta è Milano Assessore tirato nella mischia

La Federazione vuole riportare gli All Blacks al Meazza e chiede alla Guaineri di risolvere l'impasse con il calcio

Luca Fazzo

Noi siamo pronti a fare la nostra parte, dice l'assessore allo sport Roberta Guaineri: e al consesso di omaccioni riuniti al primo piano di un albergo si parla di rugby, perché l'occasione è la presentazione della finale del campionato di quest'anno, e alle spalle dell'assessore ci sono due colossi in tenuta da gioco, i capitani del Rovigo e del Calvisano. Ma c'è soprattutto il presidente della federazione, Alfredo Gavazzi, che non perde l'occasione per affrontare il tema annoso dei rapporti tra il rugby e Milano, la sua classe politica dirigente, spesso impermeabile alle richieste del mondo della pallaovale.

Ora la Guaineri dice: «Sul rugby Milano vuole investire energie, perché ci vengono sempre più richieste di aprire la città alla pratica di questo sport. I messaggi che il rugby trasmette ai ragazzini e agli adulti sono messaggi sani». É chiaro che il riferimento è soprattutto allo sport di base, quello dei piccoletti che a quattro o cinque anni già si affannano a correre e a placcarsi. Ma Gavazzi rilancia, e invita il Comune a spendersi anche a favore del rugby di alto livello, formidabile traino di immagine anche per la pratica amatoriale.

Due le richieste che il presidente della Fir manda all'assessore: «A noi della Federazione piacerebbe molto ospitare gli All Blacks a Milano nel 2018». Gavazzi tocca un tasto dolente: solo una volta, nel 2009, la nazionale italiana potè affrontare i leggendari neozelandesi al Meazza. Da allora i giganti con la felce d'argento sono sbarcati in Italia altre due volte, nel 2012 e 2016, ed entrambe le volte la richiesta di farli giocare a San Siro si è scontrata con il veto di Milan e Inter, che hanno lo stadio in gestione. Ma San Siro appartiene al Comune, e la Fir chiede che stavolta il padrone faccia voce da padrone.

Più cruciale, sul lungo periodo, il secondo assist che Gavazzi lancia all'assessore: «Ci piacerebbe la disponibilità di una struttura che permetta di avere la franchigia del nord-ovest a Milano». Franchigia vuole dire supersquadra, un team in grado di competere a livello di club con i colossi internazionali. In Italia ce ne sono due: il Benetton Treviso e le Zebre, che giocano a Parma. Ed è su un trasloco delle Zebre che i vertici federali meditano da tempo. Milano sarebbe la prima scelta: perché è la capitale economica del paese, e perché è la città d'Italia con più rugbisti di ogni età.

Ma quale potrebbe essere la struttura? Il Vigorelli è bloccato dalla pista da ciclismo, giustamente intoccabile; l'Arena ha il campo troppo piccolo; e un impianto ex novo si potrebbe pensare solo come stadio polivalente, ammesso di trovare l'area giusta. Rebus di non facile soluzione. Ma intanto il nr.1 del rugby italiano ha lanciato il sasso.

E, almeno ieri, l'assessore non lo ha rispedito al mittente.

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