Cronaca locale

Sì al tavolo su San Siro Ma i club chiedono a Sala di non fare "melina"

La giunta ha dei dubbi e rinvia le decisioni Fi: senza coraggio non sarebbe nata Citylife

Sì al tavolo su San Siro Ma i club chiedono a Sala di non fare "melina"

La richiesta ufficiale di un incontro ancora non c'è ma, dopo lo scambio di lettere che nelle ultime due settimane ha fatto calare il gelo tra società e Comune, dal quartier generale di Milan e Inter trapela che non c'è (per ora) nessuna volontà di far saltare il tavolo o accelerare fughe verso altri lidi (leggi Sesto San Giovanni). Il messaggio indirizzato a Palazzo Marino vuol essere di sedersi quanto prima al tavolo, ma avendo ben chiari in partenza due punti: i club non intendono arretrare dalla volontà di realizzare un nuovo stadio, il restyling del Meazza non è più e non tornerà all'ordine del giorno. Ed è ora che la giunta chiarisca in maniera molto precisa cosa intende con la richiesta di «rifunzionalizzare» lo stadio storico: quale parte? Per ospitare concerti e i campionati e Primavera o, salvata una parte dell'«involucro», può avere finalità commerciali? Il timore è che il sindaco Beppe Sala stia facendo melina per gettare la palla in avanti sperando - arrivati al semestre bianco e alla campagna elettorale - in un rimbalzo all'indietro, che costringa a riconsiderare l'ipotesi della ristrutturazione. I paletti fissati dalla giunta nella delibera sulla pubblica utilità - rifunzionalizzazione del Meazza, drastico taglio delle volumetrie, parere del Ministero per i Beni culturali sull'impianto storico - lasciano presagire che la trattativa potrebbe «scavallare» questa amministrazione. Già il parere al Mibact poteva essere richiesto mesi fa, il dibattito è aperto da un anno: spettava al proprietario del Meazza, quindi al Comune, ma l'iter (sollecitato dalla lettera delle squadre) è stato avviato (come fa riferito l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran nella risposta) solo dieci giorni fa. Per la risposta ci sono 120 giorni. I club si augurano che ci sia almeno l'intenzione di sollecitare la risposta in tempi ragionevoli. É un nodo cruciale per dare mandato agli studi di architettura - Manica e Populous - di rivedere i progetti. Circola un rendering che prova a immaginare come si presenterebbe l'area di San Siro nell'ipotesi di costruire lo stadio dello studio Manica mantenendo a 200 metri di distanza il Meazza. Dato che solo il primo anello ha più di 75 anni, è immaginabile che non ci saranno vincoli sulle torri. Il secondo anello è recente ma la sovrintendenza aveva definito l'architettura interessante. Sì al tavolo di confronto dunque ma «smarcando» il punto della rifunzionalizzazione: il Comune deve fare massima chiarezza. E fermo restando che ora le luci sono puntate sul primo vertice post delibera, nei mesi scorsi i vertici dei club hanno avuto svariati incontri con Sala e con i vari dirigenti comunali, si è sempre parlato del nuovo stadio e del quartiere multifunzionale, necessario per far tornare l'investimento (grattacieli, centro commerciali, sport, spa).

Prova a «dare una mossa» al sindaco l'associazione «Milano Merita» presieduta dall'assessore regionale di Forza Italia Giulio Gallera. Domani alle 21 all'Ippodromo (Sala del Peso) promuove il dibattito «Nuovo stadio, un'opportunità per Milano», presenti Adriano Galliani, per trent'anni amministratore delegato del Milan e oggi del Monza Calcio, rappresentanti degli studi Manica e Populous, Alessandro De Chirico (Fi). «Se quando governavamo Milano ci fossimo fermati davanti a tutti i dubbi e le proteste - sottolinea Gallera - non avremmo realizzato nè il quartiere Porta Nuova nè Citylife, che sono diventati attrattivi anche per l'offerta commerciale. Milano deve avere il coraggio di abbracciare le novità ed è assurdo mantenere il vecchio stadio a costi di manutenzione altissimi.

Ha fatto il suo tempo, abbattiamolo e guardiamo al futuro senza paure».

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