Cronaca locale

Sala chiede la "prova verità" anche al Pd: almeno un assessore in lista per le Europee

Il richiamo: "Modello Milano? Dalle parole ai fatti". E bandiere Ue ai balconi

Sala chiede la "prova verità" anche al Pd: almeno un assessore in lista per le Europee

Beppe Sala la definisce la «prova della verità». Per dirla in altri termini, si aspetta che il Pd passi dalle parole ai fatti. Perchè sabato scorso hanno sfilato alla marcia contro il razzismo (e Salvini) il neo segretario Nicola Zingaretti alla vigilia delle primarie, a braccetto con lo sfidante Maurizio Martina, c'erano deputati e senatori, tutti hanno osannato il «modello Milano», una piazza da cui può ripartire (anche) la ricostruzione del centrosinistra. E ieri il sindaco ha ribadito che il Pd da qui in poi «dovrà considerare Milano per la forza che ha, non per me. Ho assessori all'interno della mia giunta che meritano attenzione, perchè non rappresentano capacità politiche o professionalità improvvisare. Quindi già dalle Europee sarà la prova della verità per dare il giusto spazio a Milano». A chi gli chiede se si aspetta che ci sia almeno un assessore della sua giunta candidato risponde «onestamente sì». La richiesta dell'altro è partita da Sala ben prima del voto delle primarie, in passato aveva chiesto anche all'ex segretario dem Matteo Renzi di valorizzare i tanti giovani piddini con ruoli nazionali, ora con Zingaretti dovrebbe trovare ascolto. E in pole position per correre per una poltrona a Bruxelles c'è ovviamente l'assessore-regista della marcia «People, prima le persone», Pierfrancesco Majorino che sembra pronto alla sfida anche nel caso in cui il capolista dovesse essere l'ex sindaco Giuliano Pisapia. Rappresenterebbero l'ala più a sinistra dell'elettorato ma sulle schede si potranno segnare tre nomi, purche si tratti di due donne e un uomo o due uomini e una donna. Scalpita anche l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran, ex renziano di ferro, poi «diversamente renziano» e infine in campo per Zingaretti alle primarie. Sala insiste anche sull'allargamento alla società civile: «Non entrerò mai nelle scelte del Pd per le Europee, non è giusto, ma consiglio attenzione. Ma pare ci siano dubbi sul listone di Calenda ma è necessario allargarsi e credere nella forza del civismo, è l'unica possibilità per andare sopra il 40% e governare nel Paese».

Ed è partita da Palazzo Marino ieri la rete dei «Comuni per l'Europa» a sostegno di Romano Prodi che chiede agli italiani di esporre ai balconi il prossimo 21 marzo la bandiera dell'Ue accanto a quella italiana. «In un mondo in cui contiamo sempre meno, l'Europa unita - avverte l'ex presidente della Commissione europea - è la nostra unica ancora di salvezza. Dobbiamo essere uniti per non scomparire». Presenti anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, quello di Pesaro e presidente di Legautonomie Matteo Ricci, tra i circa cento che hanno aderito c'è anche l'ex M5S Federico Pizzarotti. La bandiera europea verrà distribuita anche nelle piazze delle città. Sala sostiene che «non ci siano così tanti anti europeisti in Italia» ed «è bisogno di tornare a contarci, le bandiere sono il primo atto per chiedere ai cittadini di metterci la faccia».

Anche se avverte: «Perche funzioni non deve essere un'iniziativa a mio avviso solo del del Pd e della sinistra».

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