Cronaca locale

Sala fa il "ganassa" (e la Lega lo ribalta)

Il sindaco fa battute su Borgonzoni, Cina e rapporti internazionali a rischio

Sala fa il "ganassa" (e la Lega lo ribalta)

Non ha portato fortuna a Giorgio Gori in Lombardia o a Sergio Chiamparino in Piemonte, ma anche il governatore ri-candidato in Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha chiesto l'aiutino del sindaco di Milano Beppe Sala in vista del voto del 26 gennaio. Ieri all'Autodromo di Imola per il lancio del programma e delle liste elettorali nessun big del centrosinistra sul palco - men che meno il segretario Pd Nicola Zingaretti - ma solo il sindaco con cui, secondo i rumors, potrebbe lanciare un'opa sul partito qualora salvasse la regione più rossa (e il governo) dall'assalto leghista. E Sala sul palco oscura Bonaccini, alza i toni contro Salvini e insulta la candidata Lucia Borgonzoni. «Per dirla alla milanese non sa neanche da che parte è girata. Lasciamola a Roma con le sue sciocche t-shirt» attacca riferendosi alla maglietta con la scritta «Parlateci di Bibbiano» indossata dalla deputata alla Camera. A distanza Salvini esprime «solidarietà a Lucia. Se questi sono i loro argomenti abbiamo già vinto. Da parte di Sala mancanza di rispetto per una donna e un avversario. E Borgonzoni ribatte su Facebook che se «non sa nemmeno da che parte è girata fosse stato detto di una donna di sinistra l'avrebbero già dichiarata martire». Il sindaco avverte che Milano e l'Emilia «prosperano con una dimensione internazionale, e questi non hanno la più pallida idea di cosa voglia dire gestire i rapporti. Borghi e Bagnai dicono di voler uscire dall'euro e Salvini li va a prendere per l'orecchio, a livello europeo stanno vicino alla Le Pen, quando vanno a Mosca Salvini e Savoini sembrano Totò e Peppino». Tocca al governatore leghista della Lombardia Attilio Fontana invitarlo a «svestire i panni del ganassa e a concedere che la dimensione internazionale della Lombardia forse è un po' merito anche nostro. Milano fa parte della regione, non il contrario». E nella foga di dare lezioni alla Lega è riuscito (forse) a far infuriare anche la Cina. «Salvini ha definito la Repubblica popolare cinese una dittatura. Vi dico cosa succede se va da solo al governo: la precedente console di Milano - rivela Sala - è stata rimossa per vari motivi, uno dei quali è che non è riuscita a evitare che io incontrassi il Dalai Lama». Bisogna (o bisognava) tacere insomma. «Se domani va al governo Salvini -la conclusione - ritirano l'ambasciatore». Non risparmia il Pd al governo con M5S: «Come puoi impostare il cambiamento se in manovra non puoi toccare il Reddito, Quota 100, il bonus 80 euro? Serve una stagione di riforme più profonde».

Sul rischio di una frattura dei rapporti internazionali oltre a Fontana anche il sottosegretario regionale ai Rapporti internazionali Alan Rizzi (Fi) ricorda a Sala che i rapporti con l'estero «sono molto fruttuosi e riconosciuti come modello europeo. Il modello internazionale di Milano e della Lombardia è stato fortemente voluto dal centrodestra e osteggiato dalle forze politiche che oggi sostengono Sala». In difesa della Borgonzoni si schierano invece il capogruppo milanese della Lega Alessandro Morelli («Sala come Cetto Laqualunque. Le sue battute sessiste imbarazzano la politica e feriscono i milanesi.

Se fosse stata di sinistra, avrebbe ricevuto la solidarietà di tutto il mondo intellettuale) e del deputato Igor Iezzi («frase vergognosa e maschilista, provi a fare bene il sindaco se è capace») .

Commenti