Cronaca locale

Sala gela i club: sì allo stadio «Ma niente volumetrie in più»

Dalla giunta ok all'interesse pubblico con due freni: piano B per il Meazza e sviluppo immobiliare ridotto

Sala gela i club: sì allo stadio «Ma niente volumetrie in più»

Il sindaco aveva chiesto a Milan e Inter «uno sforzo serio» per trovare una nuova vita per il Meazza», magari «una soluzione mista, con uno spazio commerciale ma anche un' arena a capienza ridotta per il calcio femminile e le squadre giovanili».
E questo piano b per salvare San Siro, che finora le società hanno guardato con fastidio, potrebbe diventare l' unica chiave di volta per realizzare il nuovo stadio e (forse, al termine di una trattativa che nasce in salita) strappare qualche indice volumetrico in più per creare spazi commerciali e uffici.
La giunta comunale ieri ha dichiarato il pubblico interesse sul progetto del nuovo stadio depositato a luglio dalle squadre ma, ha chiarito Beppe Sala, «non sarà consentito «alcuno sviluppo immobiliare che ecceda quanto stabilito dal Piano di governo del territorio». Significa che torri, centro commerciale e altri servizi che Milan e Inter hanno immaginato di realizzare intorno all' impianto sportivo per rientrare da un maxi investimento complessivo di oltre 1,2 miliardi andrebbe ampiamente rivisto. Secondo le regole del Pgt sull'area di San Siro si deve rispettare il limite dello 0,35 mq/mq, il piano dei club prevede il doppio delle volumetrie, lo 0,70.

Sulla questione stadio, afferma Sala, «ci siamo sempre mossi con trasparenza e coerenza, coinvolgendo prima in Consiglio. Alla luce del percorso tecnico e politico compiuto fino ad ora, la giunta ha deliberato il pubblico interesse sullo stadio, ma eventuali altre opere (ad esempio spazi commerciali, uffici, hotel) saranno autorizzate solo nella misura prevista dal corrente Pgt del Comune». La costruzione di un nuovo stadio «ha comunque aperto la questione sul futuro del Meazza. Ribadiamo la nostra volontà di rifunzionalizzarlo e pertanto siamo pronti a valutare soluzioni che non prevedano la rinuncia all'attuale impianto, bensì la sua rigenerazione attraverso altre funzioni». Nella delibera si specifica infatti che «per ottenere i successivi atti di assenso sul progetto» sono necessarie una serie di condizioni: la presentazione di uno studio di fattibilità aggiornato, da sottoporre a successiva approvazione della giunta, che abbia come «obiettivo prioritario», è sottolineato, il mantenimento e la rifunzionalizzazione di San Siro, «prevedendo in via prevalente l'inserimento di funzioni di interesse pubblico, privilegiando quelle sportive, e funzioni complementari nei limiti della superficie lorda ammessa». In ogni caso la proposta «dovrà essere ricompresa nel piano economico finanziario complessivo e potrà essere oggetto di rivalutazioni anche rispetto all'obiettivo del raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'intervento». Un passaggio che aprirebbe a future correzioni a favore dei club. Idem per lo sviluppo extra stadio si ribadisce il limite dello 0,35 mq/mq «fermo restando che servizi e/o attrezzature di interesse pubblico/generale convenzionate non concorrono alla determinazione dell'indice». Il primo tavolo con i club sarà convocato la prossima settimana e a coordinarlo sul fronte Comune sarà l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran. La delibera prescrive inoltre di «minimizzare l'impatto ambientale, prevedere un significativo incremento del verde pubblico fruibile, di individuare spazi dedicati a verde sportivo e connettere l'area di San Siro ai sistemi di grandi aree verdi limitrofe». La replica per ora è secca: «Ii club si riservano di analizzare nel dettaglio l'atto e valutare se le condizioni poste siano compatibili con la fattibilità e la sostenibilità economica del progetto».

La giunta, commenta il consigliere della Lista Sala Franco D'Alfonso, «rimette le cose a posto e riporta tutto al Pgt. Si parte da lì e si discutono modalità e punto di equilibrio fra interesse dei club e della città». Il Comitato Progetto San Siro che è a favore del piano esprime invece «preoccupazione per i vincoli posti dal Comune» e il «timore che per mantenere il vecchio stadio saltino opere strategiche per i residenti».

Chiara Campo

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