Cronaca locale

Sala sogna di riaprire i Navigli: "Prima vediamo il progetto"

Fattibilità, piano finanziario e impatto sul traffico Il sindaco: «Solo così via al referendum tra i milanesi»

Sala sogna di riaprire i Navigli: "Prima vediamo il progetto"

Il futuro come il passato. Una visione della città che affonda le sue radici nella stessa fondazione. Così ha iniziato il suo intervento al convegno «Il completamento dell'idrovia Locarno Milano Venezia» organizzato dall'Istituto per i Navigli e dell'Associazione Amici dei Navigli, il sindaco Beppe Sala. All'orizzonte il completamento dell'idrovia appunto che dovrebbe collegare Locarno con il mare Adriatico, e ancora prima la riapertura dei Navigli in città. «Un sogno a portata di realtà» per il primo cittadino.

«Abbiamo il dovere di far cultura e raccontare la storia di Milano ai nostri figli e nipoti. La nostra è una città che nasce da una follia. Milano nasce tra due grandi fiumi, in una zona acquitrinosa, e da qui l'esigenza di collegarla ai grandi fiumi vicini - ricorda Sala -. I nostri avi fecero un capolavoro qui e averlo perso e rinunciare all'idea di ricrearlo in parte è sbagliato». Il sindaco non ha mai fatto mistero del fatto che uno dei suoi «sogni» fosse quello di riaprire i Navigli: «Sui Navigli il comune di Milano ha istituito un Comitato per verificare la fattibilità del progetto di riapertura di una parte - ricorda - . E questo lavoro dovrà portare al referendum». Attenzione: «Io non voglio fare un referendum retorico, cioè chiedere ai milanesi solo se sono a favore o contrari. Ma andare oltre». E cioè, spiega Sala «bisogna valutare tecnicamente il progetto finale, valutare l'impatto sulla città, in quanto non si tratta solo della riapertura di un corso d'acqua ma di cambiare la mobilità urbana. E vedere come la cosa è finanziabile. Quando questi tre elementi ci saranno chiederemo con serietà ai cittadini se sono d'accordo o contrari». «Se dovessi pensare a un modo diverso di fruire la città - ha concluso - penserei all'acqua. L'acqua è al centro della storia e spero del futuro di Milano».

Il progetto viaggia dunque su due binari paralleli: da un lato la riapertura dei canali in città che implicherebbe appunto una revisione complessiva del sistema viabilistico. Un discorso che va nella stessa direzione delle politiche per la mobilità intraprese dalla giunta Pisapia e dalla giunta Sala, ovvero della progressiva chiusura del centro alle auto e dello sviluppo della mobilità alternativa. «Il vero motivo per cui il Navigli vennero coperti - ricorda Sala - era il traffico, la possibilità di muoversi velocemente. Bene, ora in un'epoca in cui si rallenta diciamo godiamoci la città, guardiamoci intorno senza nasconderci che l'economia è fatta di spostamenti di persona, ma ormai ci si sposta in un altro modo». Dall'altro, la straordinaria attrattività turistica che esercitano i corsi d'acqua per le città e per il territorio circostante. Le ville lombarde, il sistema delle acque inventato da Leonardo, di cui nel 2019 ricorrono i cinquecento anni, le vacanze con le house boats sono solo alcuni degli spunti. «Nessuno si sarebbe mai aspettato che Milano potesse diventare così attrattiva per il turismo» ricorda il sindaco, ora si tratta di continuare con il racconto. «Credo che si debba operare avendo in mente un disegno finale per il recupero di tutto il sistema d'acqua, ma con la certezza che si possono fare anche singole parti - conclude Sala-. Uno di questi è la Locarno-Milano-Venezia: ritengo che sia un grande progetto e mi impegno a fare tutto il possibile per attivare chi va attivato».

Per questa opera sono stati già spesi 200 milioni di euro e 61 ne mancano per completarla.

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