Cronaca locale

Salvini boccia l'aumento e Sala va in cortocircuito: "Quando fa il ministro?"

Il sindaco rompe il dialogo con la Regione. Fontana: «Se non gli si dà ragione si scalda»

Salvini boccia l'aumento e Sala va in cortocircuito: "Quando fa il ministro?"

Il sindaco sbanda (ancora) sull'aumento del biglietto Atm. Non si fa una ragione dello stop del Pirellone alla deroga per alzare il ticket da 1,5 a 2 euro (se non si accontenterà dell'adeguamento Istat a 1,7 euro dovrà sfidare i ricorsi). Ieri Beppe Sala è tornato ad attaccare il governatore Attilio Fontana da cui si aspettava un aiutino. «Mi sembra tutta una questione di posizionamento e conflitto politico - ha contestato arrivando in tribunale per la cerimonia dell'anno giudiziario -. Io non mi permetto di andare a dibattere su quanto far pagare le prestazioni mediche. Sono totalmente consapevole che la rottura di questa partnership può avere tanti effetti ma d'altro canto è una questione vitale. Non tanto e solo la questione biglietto, quanto che la collaborazione istituzionale vuol dire che nei momenti di difficoltà ci si aiuta. Se nel momento di difficoltà di una delle due parti, l'altra cerca di infierire, la collaborazione non esiste. Roberto Maroni mi sembrava più libero. É facile stare insieme su questioni carine come le Olimpiadi ma le partnership si misurano di fronte a situazioni difficili e alla prima è crollata la nostra collaborazione». La Regione «ha un problema grave che si chiama Trenord, se il punto è tiriamo dentro Atm nel nostro problema si attacchino al tram». Anche il governatore è alla cerimonia e ribatte: «Se Sala si innervosisce tutte le volte che non gli si dà ragione, è una questione caratteriale. A me sembra che non sia tranquillo in questo periodo, anche perchè non mi sembra gli sia stato detto di no in assoluto. Abbiamo chiesto di poter fare delle valutazioni, in politica la tranquillità e la capacità di fare valutazioni è fondamentale. La pazienza è la virtù dei forti e mi pare che ora Sala non rispetti questo modo di dire». Sui presunti condizionamenti replica che «derivano dall'interesse dei cittadini, è inutile che il sindaco cerchi di sbarazzarsene. Noi rappresentiamo non solo Milano ma tutta la Lombardia e dobbiamo impedire che qualcuno si possa lamentare con noi». Sul biglietto si innesca un match tra Sala a Matteo Salvini. Il vicepremier della Lega ieri al gazebo in piazza Oberdan avverte: «Ci prepariamo a cambiare anche Milano, cambiando il sindaco. Se un milanese è contento dell'aumento del ticket me lo dica. Penso sia già sufficientemente caro: far pagare 2 euro a chi prende il metrò non aiuta l'ambiente e i milanesi». E Sala ribatte a stretto giro su Facebook: «Ora Salvini ha da dire anche sul biglietto del metrò? Ma prima o poi comincerà a fare quello per cui è pagato e cioè il ministro dell'Interno? Il ministro (a tempo perso) cominci a spiegare agli italiani quanti dei 600mila clandestini (come li chiama lui) da rimpatriare (come aveva promesso) sono stati effettivamente rimpatriati. Un glorioso Paese come l'Italia ha bisogno di un altro ministro dell'Interno».

In piazza San Babila per festeggiare i 25 anni di Forza Italia i colonnelli lombardi del partito - da Mariastella Gelmini a Fabio Altitonante, Pietro Tatarella, Gianluca Comazzi e Fabrizio De Pasquale - fanno asse con Fontana: «No all'aumento, in una fase difficile come questa i cittadini non devono avere servizi più cari.

Il sindaco è nervoso perchè dopo anni di stangate da parte della sinistra dovrà fare dei risparmi per chiudere il Bilancio».

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