Salvini e Forza Italia fanno i garantisti. M5s chiede dimissioni

Il vicepremier: «Orgoglio per gestione Expo» Fi: lo sfidiamo ai voti non per via giudiziaria

Salvini e Forza Italia fanno i garantisti. M5s chiede dimissioni

Qualche leghista (vedi il consigliere regionale Massimiliano Bastoni) a un'ora dalla sentenza chiede le dimissioni al sindaco ma il leader Matteo Salvini detta la linea (garantista). «Non sono abituato a festeggiare le condanne altrui - commenta l vicepremier che oggi incrocerà Beppe Sala al villaggio di Coldiretti al Castello Sforzesco -. Voglio leggermi gli atti. Da milanese sono orgoglioso di come è stato gestito Expo, se c'è stato un errore verificheremo di che tipo si tratta, però mentre a sinistra di solito festeggiano le sentenze contro tizio e contro caio, io da milanese non festeggio se il mio sindaco viene condannato». Sulla stessa posizione Forza Italia, che sfida il sindaco sul campo delle azioni e non a suon di sentenze: «Dispiace apprendere della condanna inflitta a Sala, non è nel mio stile personale nè fa parte della cultura del mio partito speculare politicamente su vicende come questa, considerando che si tratta pur sempre del primo grado di giudizio - afferma il capogruppo regionale di Fi Gianluca Comazzi -. Forza Italia è sempre stata garantista, senza fare distinzioni basate sull'ideologia o sul partito di appartenenza. Detto questo, continueremo a batterci con tutto il nostro impegno per contrastare il pessimo operato di questa giunta: l'insensato aumento delle tariffe Atm, lo stato di degrado in cui versano i quartieri periferici, l'insicurezza diffusa in città». Si confermano «tenacemente all'opposizione delle sue scelte amministrative» ma vogliono «batterlo alle urne e non per via giudiziaria» il capogruppo Fabrizio De Pasquale e il consigliere comunale di Fi Alessandro De Chirico. Anche il governatore della Liguria e coordinatore di Fi Giovanni Toti definisce «assurda la condanna per Sala. L'Expo è stata un orgoglio italiano» e manda via twitter «un abbraccio a Beppe». Sul fronte Fdi, l'eurodeputato Carlo Fidanza sottolinea il «doppiopesismo del Pd del per giorni in campagna elettorale attaccò Parisi per la candidatura in lista di Osnato condannato proprio a 6 mesi in primo grado e poi assolto integralmente in appello». E l'assessore regionale Fdi Riccardo De Corato sfida Sala a «rinunciare alla prescrizione» attesa a novembre.

Il Pd e la giunta fanno quadrato intorno al sindaco. Dal segretario nazionale Nicola Zingaretti («a lui va tutta la nostra fiducia e sostegno per continuare nell'opera di guida della città») agli assessori che postano su Facebook un messaggio di «sostegno, stima e fiducia» a Sala. Giustizialisti i 5 Stelle invece che gli chiedono di riferire in consiglio e rassegnare le dimissioni. «Ora è ufficiale - afferma il capogruppo comunale Simone Sollazzo - Sala è responsabile della retrodatazione del verbale e Milano non si merita un sindaco accusato di falso materiale e ideologico e su cui pende la spada di Damocle di una condanna. Gli chiediamo a Sala di venire a riferire lunedì in aula e poi di dimettersi». Sulla stessa onda il consigliere grillino Gianluca Comazzi: «Come può il sindaco guidare Milano con serenità? Apprendiamo della condanna con grande dispiacere perchè più volte si era detto certo che il tribunale gli avrebbe reso giustizia, e questo triste epilogo la nostra città non lo merita. Può un uomo condannato per falso guidare Milano serenamente? Io qualche dubbio ce l'ho, ma questa è una domanda, seria, a cui solo lui potrà rispondere. E mi auguro lo faccia in fretta». Solidarietà a Sala dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: «La sua capacità manageriale e correttezza godono di consenso ampio e traversale.

E nessuno può dimenticare che è stato grazie soprattutto alla sua professionalità e determinazione se Expo 2015 ha superato momenti difficilissimi ed è stato un successo globale. Auspichiamo che, nei successivi gradi di giudizio, venga riconosciuta la correttezza del suo operato».

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