Cronaca locale

Scala, arriva la «Fierrabras» Amori e guerre medievali

Dal 5 al 20 giugno in scena l'opera di Franz Schubert mai stata a Milano. Sul podio torna l'inglese Harding

Piera Anna Franini

Archiviato un classico dei classici come l'«Aida» di Zeffirelli, ma prima ancora di Giuseppe Verdi, la Scala propone una novità assoluta: «Fierrabras». È opera di Franz Schubert, mai stata a Milano, e per la verità poco frequentata anche negli altri teatri. Sarà in scena dal 5 al 20 giugno, per volere del sovrintendente Alexander Pereira che a sua volta - racconta - s'innamorò di questo lavoro seguendo il progetto di Claudio Abbado che per primo ripropose in tempi moderni. Così, Pereira la inserì nella programmazione di Zurigo, quindi del Festival di Salisburgo ed ora alla Scala.

Composta nel 1823, «Fierrabras» venne rappresentata solo dopo la morte dell'autore e comunque mai integralmente fino all'operazione di Claudio Abbado che la diresse in terra austriaca, nel 1988, al teatro an der Wien. Alla Scala vedremo la produzione del Festival di Salisburgo del 2014, dunque con la regia - la critica sentenziò: riuscita - di Peter Stein, scene di Ferdinand Wögerbauer e costumi di Anna Maria Heinreich. A Milano, la direzione è affidata all'inglese Daniel Harding tornato recentemente alla Scala sul podio della Filarmonica. Interessante, poi, il cast dei cantanti. In ordine: Anett Fritsch (Emma), Dorothea Röschmann (Florinda), Bernard Richter (Fierrabras), Markus Werba (Roland) Peter Sonn (Eginhard).

La vicenda si consuma nell'alto medioevo carolingio, durante le Crociate contro i Mori. È tessuta d'amori contrastati e scontri militari fra Saraceni e Carolingi. Il re moro Boland, padre di Fierrabras e Florinda, ha trafugato delle reliquie a Roma, la cosa accende lo scontro con Carlo Magno. I fatti fin qui narrati traggono spunto dalla francese Chanson de Fierabras. Su questa, s'innesta la leggenda tedesca Eginhard und Emma. Emma, figlia di Carlomagno, ama il cavaliere Eginhard ma il padre non acconsente. Roland, cavaliere franco, è innamorato di Florinda, figlia del re moro Boland, altro padre che non accetta questo legame effettivamente sconveniente. Fierrabras ama Emma. Conclusione a lieto fine con la composizione delle coppie Eginhard-Emma e Rolando-Florinda. Che ne sarà di Fierrabras? È l'eroe buono che si sacrifica per amore di Emma, tra l'altro convertendosi al Cristianesimo, secondo quanto farà il suo stesso padre.

Plot articolato. Di fatto, il ritmo drammaturgico spesso ha cedimenti, rallenta. La bellezza sta nella musica fluviale di Schubert che venne chiamato a scrivere quest'opera per contrastare il monopolio esercitato dai melodrammi italiani, anzitutto del gigante Gioachino Rossini. Schubert imbeve la sua opera di aspetti germanici, ma non manca di cedere alla sirena dell'opera italiana ponendosi a metà strada fra la nostra tradizione e il Singspiel tedesco, con arie all'italiana, ma anche Lieder e ballate. L'allestimento di Stein è in bianco e nero, in bianco i Cristiani e nero i Mori.

Prevale il tono e le tinte da fiaba.

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