Cronaca locale

«Scartata l'ipotesi tendopoli ora a Peschiera Borromeo useranno gli alloggi invenduti»

Alberto Giannoni

Tornano le proteste a Peschiera Borromeo. La cittadina alle porte di Milano era stata a lungo sotto i riflettori nei mesi scorsi, per il progetto di accogliere un gran numero di migranti in una vecchia base aeronautica. L'ipotesi aveva sollevato proteste a tutti i livelli e sembra tramontata, ma adesso in campo c'è un'altra soluzione sul punto di essere adottata: l'impiego di alloggi per una accoglienza «diffusa».

Coinvolta in particolare Zeloforamagno, una frazione in cui ieri è andato in scena un sit-in al quale ha partecipato anche il consigliere regionale Riccardo De Corato (Fdi). «Sull'accoglienza dei migranti pensavamo di averne viste di tutti i colori - ha commentato l'ex vicesindaco di Milano dopo la protesta - ma ogni giorno la realtà supera la fantasia». «Nella tendopoli sembra che non andranno - spiega - ma siamo passati a utilizzare case sfitte di cooperative. È accaduto anche a Oggiono e c'è timore che accada anche nella frazione di San Bovio». «A Zeloforamagno, oltre ai 44 migranti già ospitati ne stanno arrivando altri 20. Venti persone delle quali non si sa nulla, in un appartamento di 200 metri quadri in una palazzina abitata da 7 italiani». «La Regione e la caparbietà dei cittadini - ricorda De Corato - sono già riusciti a scongiurare l'arrivo di 300 persone nell'ex base aeronautica, ma ora la popolazione si trova ad affrontare questo nuovo caso». «Ormai - dichiara De Corato - la Prefettura si sta adattando al ruolo di affittacamere per migranti, senza neppure curarsi, come chiediamo da mesi, di esaminare quanti di loro abbiano effettivo diritto d'asilo, rimpatriando quanti sono a tutti gli effetti dei clandestini. È ora di dire basta, ad alta voce: adesso serve che il prefetto, il Governo e i Comuni, a partire da Milano per arrivare agli altri dell'area metropolitana, tengano conto della contrarietà dei cittadini, prevedendo una diversa collocazione e cercando spazio anche in altre regioni».

«I prefetti tornino a fare i prefetti - conclude - non gli albergatori o gli agenti turistici».

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