Cronaca locale

Schiaffi tra Cgil e Comune 20mila bimbi senza pranzo

Schiaffi tra Cgil e Comune 20mila bimbi senza pranzo

Si sono dati appuntamento davanti al Palazzo Marino mentre era in corso la giunta i lavoratori di Milano Ristorazione, mentre i bambini di elementari e materne consumavano il loro magro pranzo al sacco, portato da casa. Dopo una settimana di trattative e incertezze, ieri è andato in scena lo sciopero dei dipendenti dell'azienda che fornisce i pasti a tutte le scuole della città, il primo in 13 anni. Cgil Fpe e Csa hanno indetto l'agitazione per protestare contro le proposte sui contratti dei lavoratori definite «assolutamente non accettabili» da Tatiana Cazzaniga della Cgil. Nel mirino dei sindacati l'orario ridotto di lavoro dei dipendenti, che costringe però a fare quotidianamente tante ore di straordinario e l'organizzazione dei centri cucina, con i conseguenti trasferimenti da un centro all'altro.
«Ricordiamo che lo sciopero è stata una decisione unilaterale di sole due sigle sindacali, CGIL e CSA, che hanno disatteso gli impegni presi in questi giorni - il comunicato ufficiale dell'azienda -, comunicandoci solo nella tarda mattinata di ieri, la volontà di non sottoscrivere il protocollo di intesa, i cui contenuti erano stati condivisi anche con il Comune nel pomeriggio precedente, con il preciso intento di non rendere possibile l'erogazione del servizio, nemmeno con un pasto di emergenza, come era invece accaduto nelle due ultime occasioni di assemblea». Lo sciopero ha dato adito anche alla polemica politica, con Matteo Forte dei Popolari per l'Italia che va all'attacco: «Se lo sciopero arriva a danneggiare l'utenza, anziché la dirigenza di un'azienda, bisogna seriamente ripensare le modalità di protesta dei lavoratori. E se l'utenza che si va a danneggiare è fatta di bambini dei nidi e delle materne, è proprio il caso di dire - visto che parliamo di cibo - che lo sciopero è semplicemente disgustoso».
«Il diritto di sciopero va garantito entro i termini previsti dalla legge e dalla Costituzione, senza se e senza ma.

Definire “disgustoso” uno sciopero significa non aver rispetto dei lavoratori e delle loro istanze» la replica secca della capogruppo di Sel patrizia Quartieri.

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