Cronaca locale

«Scorta civica» per la Segre Così Milano dice no all'odio

Circa 650 sindaci in piazza per la senatrice a vita Sala chiede anche l'arresto contro il razzismo nel calcio

Chiara Campo

«Avete visto questa mobilitazione? Siamo pronti a tornare ancora in piazza se questo clima di odio non cambierà». Messaggio «ai fomentatori di odio» che il sindaco Beppe Sala lancia dal mini palco allestito in piazza Scala prima di passare la parola solo a Liliana Segre, che invita «a non parlare di odio ma solo di amore, l'odio lasciamolo agli anonimi da tastiera e guardiamoci da amici». Si chiude con la consegna della fascia tricolore, l'Inno d'Italia e un minuto di silenzio la marcia per dire che «L'odio non ha futuro» lanciata da Sala e il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e poi adottata dall'Anci dopo le minacce subite in rete dalla senatrice a vita, ex deportata nei campi di concentramento. Circa 650 sindaci, da nord a sud e di ogni colore politico, hanno sfilato da piazza Mercanti a Palazzo Marino passando attraverso la Galleria, partenza alle 18 e arrivo quasi quaranticinque minuti dopo visto che nonostante la partecipazione arrivasse intorno alle duemila persone, è stato complicato gestire la folla. «Non siamo organizzatissimi in termini di ordine, ma di idee sì» ha scherzato Sala arrivando in piazza Duomo. E parlando anche di odio e razzismo sui campi da calcio, tema scottante, ha invocato pene più dure fino all'arresto: «A volte è anche un problema di come sistema giudiziario tratta i casi in cui è evidente che c'è un comportamento teso al razzismo e al fascismo Ho visto un tifoso inglese ha fatto gesto gorilla ed è stato arrestato. Vorrei vedere una cosa simile anche in Italia». Sala risponde senza dubbi «certo che c'è, siamo qui anche per questo» a chi gli domanda se crede che in Italia ci sia un rischio razzismo. «Io - ha aggiunto - voglio continuare e credere nella bontà degli italiani ma è chiaro che viviamo in un'epoca in cui è facile far montare tensioni e odio». La fondatrice di Parole O_Stili Rosy Russo ha lanciato ieri un appello ai sindaci presenti in piazza a firmare il Manifesto del Comunicazione non Ostile: 10 principi per contrastare l'odio in Rete e sostenere un uso consapevole del linguaggio. Ha firmato anche il presidente Anci Antonio Decaro. Alla «scorta civica» alla senatrice Segre sindaci Pd del nord come Giorgio Gori e del sud come Leoluca Orlando, la M5s Chiara Appendino (ha aderito ma non era presente invece Virginia Raggi), i sindaci del centrodestra di Savona, Cagliari, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni, Cormano e tanti altri. Presente anche l'assessore regionale leghista Stefano Bolognini che ha voluto rimarcare come sia «importante che tutte le istituzioni esprimano vicinanza e solidarietà alla senatrice Segre per le gravi minacce ricevute e siano in prima linea con i cittadini contro ogni forma di odio e di razzismo che si manifesti nel nostro Paese». Presente al passaggio in Galleria e poi in piazza l'ex candidato sindaco del centrodestra a Milano Stefano Parisi.

La Segre ha atteso la «scorta» in Galleria, Sala le ha stretto la mano all'Ottagono e l'ha accompagnata davanti allo striscione con lo slogan della marcia, tra gli applausi della gente che ha intonato brevemente «Bella ciao» e ha ripetuto il nome «Liliana, Liliana». Sul palco la Segre usa solo parole di fiducia: «Guardo gli occhi dei giovani che mi ascoltano e vedo in loro future candele della memoria. E in piazza non vedo indifferenza ma un'atmosfera di festa. É nell'oblio della storia che passa il messaggio dell'indifferenza».

Non qui, non a Milano.

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