Cronaca locale

Scritta choc contro Salvini, la condanna è bipartisan

Frase intimidatoria su un caseggiato in zona Ticinese Indaga la Digos. Il sindaco: «Minacce intollerabili»

Scritta choc contro Salvini, la condanna è bipartisan

Dopo la saracinesca della sede «Darsena» della Lega incendiata nella notte tra lunedì e martedì, ieri la scritta choc comparsa sul muro esterno di un caseggiato popolare in via Voltri, zona Ticinese. «Non sparare a salve, spara a Salvini». La scritta è seguita da una «A» cerchiata simbolo degli anarchici. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Digos e la polizia scientifica, indaga il dipartimento dell'antiterrorismo guidato dal pm Alberto Nobili. Nei prossimi giorni la Digos farà pervenire al magistrato una relazione che aprirà un fascicolo d'indagine con le ipotesi di reato di istigazione a delinquere e imbrattamento. «Niente e nessuno mi spaventa o mi fermerà, mi auguro che la condanna nei confronti di questi delinquenti sia unanime - ha dichiarato il ministro dell'Interno -. Ho smesso di ridere. Ho esaurito la pazienza e conto che le forze dell'ordine vadano a beccare questi deficienti. In democrazia è bello il confronto tra idee diverse: suggerire, modificare, migliorare. Critica e confronto politico. Ma queste non sono idee, quando uno scrive sparate a Salvini, non è bello. E poi ci sarà sicuramente qualche professorone che lo giustifica pure. Questo è odio, intolleranza, razzismo nei confronti di chi applica la legge».

Anche da sinistra si sono levate subito parole di solidarietà al leader della Lega e condanna per la scritta choc. «Le minacce rivolte a Salvini non sono tollerabili. A lui esprimo tutta la mia solidarietà» ha twittato nel pomeriggio il sindaco Beppe Sala. L'assessore dem Pierfrancesco Majorino, notoriamente tra le anime più critiche della giunta comunale contro i provvedimenti del governo gialloverde, ha dichiarato cge «c'è un modo ovviamente sbagliato e da condannare per opporsi a Salvini: minacciarlo. La violenza, anche solo teorizzata, è sempre folle». A nome del Pd milanese la segretaria Silvia Roggiani sottolinea che «fanno orrore e ci spaventano. Proprio oggi (ieri, ndr.) nell'anniversario dell'assassinio di Guido Rossa che ci ricorda anni terribili in cui lo scontro politico si è tradotto in lotta armata e terrorismo, ribadiamo che ogni forma di violenza troverà sempre in noi una condanna ferma e netta. Solidarietà a Salvini, a cui continueremo ad opporci con la forza delle idee».

Dure anche le reazioni del centrodestra. Il governatore Attilio Fontana stigmatizza il «bruttissimo clima di violenza contro la Lega alimentato da chi incapace di un confronto democratico non ha altri argomenti che non siano la denigrazione e l'insulto dell'avversario, trova terreno fertile nei soliti imbecilli impermeabili agli appelli ad abbassare i toni. Solo giorni fa l'ennesimo attentato contro una nostra sede, sempre nel capoluogo lombardo, che segue decine di episodi simili che non possono essere considerati casi isolati ma devono essere fermamente condannati, nei fatti e non solo a parole, smettendola di usare termini vergognosi nei confronti di un ministro che ha la sola colpa di dimostrare che è possibile realizzare quanto viene promesso agli elettori. Non vorrei più vedere manichini incendiati o impiccati durante le manifestazioni o ascoltare frasi colme di odio che riportano alla mente periodi funesti: la Storia dovrebbe aver insegnato qualcosa, e chi riveste una carica politica ha il dovere di non ripetere errori e nefandezze del passato, riportando il dibattito entro ambiti civili».

E il capogruppo milanese e deputato della Lega Alessandro Morelli accusa: «Altro che sparare, ripulire i centri sociali».

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