Cronaca locale

Lo scrittore che andò in Cina a bordo di un'Ape

Lo scrittore che andò in Cina a bordo di un'Ape

Viandante per passione o scrittore per pulsione: questo l'amletico dubbio di Paolo Brovelli, milanese, 40 anni, specialista in geografia umana, da sempre avventuroso e appassionato viaggiatore ed esploratore, linguista e fotografo, un romantico pazzo che ha visto i luoghi più remoti del pianeta. Poliglotta per soddisfare il suo desiderio di conoscenza degli altri popoli, dal 1984 organizza e realizza viaggi particolari: ha compiuto una spedizione sui luoghi bellici di Eritrea ed Etiopia nel 1994; nel 1997 un tour del deserto libico in ciclomotore; una traversata del Sahara nel 2001; l'esplorazione delle repubbliche interne della Russia nel 2004, esperienze ripetute in Sud America facendo sempre della meta finale l'occasione di una nuova partenza. Ma al 1998 risale la sua impresa più ambiziosa, l'EurAsia Expedition, da Lisbona a Pechino a bordo di un'Ape Piaggio. A questo viaggio impossibile ha dedicato nel 2007 il suo primo romanzo Sulle ali di un'Ape, edito da Corbaccio e ora ci riprova con un bis da urlo: «In viaggio con l'infame» (Corbaccio Editore, 464 pagine, 22,00 euro), un itinerario che nasce da un sogno scaturito dall'avventura epica di un uomo vissuto tanto tempo fa. Una storia doppia, quindi: quella dell'autore protagonista di tutte le situazioni, reali, leggendarie, oniriche, e quella della sua controparte barocca, Antonio Raposo Tavares.Affascinato dalla sua figura e dalle imprese dei «bandeirantes», masnadieri «paulisti» che nel 1500/1600 esplorarono il continente sudamericano alla ricerca di schiavi e di ricchezze, alla fine del 2007 Brovelli si mette materialmente sulle tracce di una delle spedizioni di Tavares, la più lunga e complessa mai realizzata nel continente americano, condensando in due mesi di viaggio i diecimila chilometri che l'avventuriero portoghese percorse in poco più di tre anni tra la fine del 1647 e l'inizio del 1651.Due avventure parallele e complementari che si muovono tra passato e presente, tra un'America del Sud misteriosa, piena di villaggi e di guerrieri, di gesuiti e di antropofagi e un'altra fatta di persone e di storie di oggi, di volti e di sorrisi, ma anche di lacrime e povertà. Attraverso il suo viaggio l'autore ci guida per uno dei periodi più oscuri, ma anche più importanti della storia brasiliana, ripercorrendo i territori del Paraguay, il Rio Grande, il Rio Marmorè, il Rio Madeira fino a quello delle Amazzoni, fino a toccare le rive dell'oceano a Bèlem, nel pieno delle lotte tra Spagna e Portogallo per il possesso del continente, mostrandoci nel contempo splendori e miserie del Brasile del Duemila, quello di oggi, con i suoi progressi e i suoi chiaroscuri, la sua attualità, storia, geografia, avventura, ma soprattutto impressioni, persone, vicende di vita e viaggi. Questi gli ingredienti che su un camion, un autobus o un battello di legno, per le vie di terra e d'acqua dell'America del Sud, fanno emozionare insieme all'autore, dondolando accanto a lui su un'amaca lungo i fiumi dell'Amazzonia o marciando col suo eroe nei pantani boliviani.

Paolo Brovelli sintetizza la struttura narrante di un libro storico a quello della letteratura di viaggio che ha sempre prediletto sin dai tempi della sua laurea con una tesi che non poteva non essere sul viaggio.

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