Cronaca locale

Un secolo di maestri nel distretto del design

Inaugurato l'edificio che ospita la prestigiosa collezione fondata da Biagetti. In mostra capolavori della progettazione e aree didattiche

Uno straordinario viaggio lungo un secolo è quello raccontato dal nuovo «Museo del Design 1880-1890» che da ieri è aperto al pubblico nel bellissimo edificio di via Borsi 9, in zona Navigli, con il patrocinio di Expo in Città, Comune di Milano e Regione Lombardia. Cento anni di grandi trasformazioni storiche, e profonde rivoluzioni estetiche, testimoniate da una delle più importanti collezioni di disegno industriale in Europa. L'idea di ripercorrere, narrare e insegnare il «secolo decisivo» nella storia dell'arredo attraverso i capolavori dei grandi maestri ha le sue radici nel Museo dell'Arredo Contemporaneo, realizzato a Ravenna già nel 1988 da Raffaello Biagetti, storico rivenditore dei più grandi marchi di design italiano scomparso alcuni anni fa.

Nel progetto vennero coinvolti nomi come Giovanni Klaus Koenig per l'impianto curatoriale, Gae Aulenti per le pedane, Piero Castiglioni per l'illuminazione e la scenografia: un tesoro fino ad oggi noto soltanto a cultori, studiosi e appassionati, che oggi arriva a Milano grazie a Musei Italiani, una neonata organizzazione che ha l'obiettivo di promuovere il nostro patrimonio culturale e riscoprire giacimenti dimenticati.

Il museo, dall'impianto fortemente didattico, è organizzato per isole cronologiche e tematiche, con una selezione di circa 150 opere rappresentative delle varie epoche del design.

Un assaggio l'abbiamo già avuto in aprile, a Palazzo Mezzanotte, durante il Salone del Mobile: come in una grande macchina del tempo, si inizia con l'Art Nouveau spagnola (Anton Gaudì), austriaca (Michael Thonet), e britannica (Charles Rennie Mackintosh). Poi, due grandi scuole mitteleuropee del primo Novecento: la Wiener Werkstätte e la Bauhaus tedesca, con Gropius, Breuer e Van der Rohe. Negli anni Trenta entra in scena anche l'Italia di Gio Ponti e Giuseppe Terragni, oltre alla Francia di Le Corbusier. Non dimentichiamo che Domus, rivista fondata da Ponti nel 1928, fu tra le prime al mondo specializzate in design.

Per quanto riguarda l'Italia, si approda agli anni Sessanta con la ricca rassegna dedicata all'industrializzazione del design e alla produzione seriale. Era nato il «made in Italy» che ci rese celebri nel mondo. Le ultime sezioni arrivano agli Ottanta e alla nascita del gruppo Alchimia, che vedeva nel disegno l'espressione del «pensiero sentimentale», e del postmoderno Memphis Milano.

Fra i moltissimi italiani ricordiamo i Castiglioni, Carlo Scarpa, Marco Zanuso, Gaetano Pesce, Ettore Sottsass, Giancarlo Piretti, Vico Magistretti, Bruno Munari, Alessandro Mendini.

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